Mentre sono in corso prove di mediazione nell’Unione europea sull’embargo al petrolio russo, la presidente della Commissione Ue ha provato a dare una spiegazione della strategia europea. Lo fa ai microfoni di MSNBC in seguito alle domande pressanti della conduttrice Mika Brzezinski, interessata a capire il motivo per il quale non sia stato imposto un embargo totale. Ursula von der Leyen ha assicurato che l’obiettivo a lungo termine è smettere di acquistare i combustibili fossili russi per sostituirli con energie rinnovabili o gas naturale liquefatto degli Stati Uniti. La conduttrice le ha chiesto se un embargo totale sarebbe «il modo più efficace per far capire (a Putin, ndr) che ha commesso un fallimento strategico».
A tal proposito,Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ue deve trovare «il giusto equilibrio» tra danneggiare il presidente russo con le sanzioni e non danneggiare troppo se stessa. «Se tagliamo immediatamente il petrolio, potrebbe essere in grado di portare il petrolio che non vende all’Unione europea sul mercato mondiale, dove i prezzi aumenteranno, e venderlo a un prezzo più alto, riempiendo il suo forziere di guerra».
VON DER LEYEN “EMBARGO? NON TORNEREMO INDIETRO”
Ursula von der Leyen ha sottolineato che Vladimir Putin ha commesso un grave errore quando ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, perché «ha perso il suo miglior cliente, l’Europa». Anche se l’embargo al petrolio russo non è totale né immediato, ma graduale, il processo per l’Unione europea è irreversibile. «Non torneremo mai indietro», ha spiegato la presidente della Commissione Ue. D’altra parte, ha riconosciuto che «il resto del mondo» deve unirsi agli Stati Uniti e ai suoi alleati per scongiurare che Putin possa ripetersi in futuro.
Infatti, finora gran parte dell’economia globale, compresi i grandi consumatori di energia come Cina e India, si è rifiutata di sostenere le sanzioni contro la Russia per la guerra contro l’Ucraina. A proposito della Cina, la presidente della Commissione Ue non si è mostrata conflittuale, affermando che l’Europa si opporrà a Pechino sui diritti umani, coopererà sul cambiamento climatico e competerà economicamente.