Patrizia Reggiani sarebbe stata “derubata” da finti amici e consulenti, i quali, approfittando della “fragilità psichica” legata alle conseguenze neurologiche derivate dall’asportazione di un tumore al cervello, avrebbero approfittato di questa condizione di fragilità psichica della donna. Questo è quanto ipotizza la Procura di Milano in un avviso di conclusione delle indagini iniziate dalla Guardia di Finanza un anno fa e che ora porta alla formulazione della contestazione dell’ipotesi di reato di concorso in circonvenzione di incapace nei confronti di 8 persone in teoria molto distanti tra loro, fra cui l’ex compagna di cella di Patrizia Reggiani a San Vittore, Loredana Canò.
Poi, scrive il “Corriere della Sera” c’è “l’avvocato Daniele Pizzi, legale già alla ribalta delle cronache quale parte civile per la famiglia di Lidia Macchi nei processi per l’assassinio della studentessa 35 anni fa, ma qui indagato quale ex amministratore di sostegno nominato dal tribunale a Patrizia Reggiani nel 2019 su richiesta proprio della madre Silvana Barbieri”. Altri addebiti sono mossi “all’avvocato Maurizio Giani, già legale della scomparsa madre della Reggiani, poi suo esecutore testamentario, il quale per i pm si sarebbe approfittato appunto di Silvana Barbieri per indicarsi presidente a vita di una Fondazione che il testamento beneficiò di un complesso immobiliare da almeno 14 milioni dietro la stazione centrale e del diritto a 4 milioni cash”.
PATRIZIA REGGIANI DERUBATA? GLI ALTRI INDAGATI
Sempre in base a quanto riferito dal “Corriere della Sera”, nel caso legato a Patrizia Reggiani sono indagati anche il consulente per gli investimenti Marco Chiesa, gli ex vertici di due società immobiliari della Reggiani, Maria Angela Stimoli e Marco Riva, giovane manager dello sport e presidente del Coni Lombardia, e “con Pizzi (per l’ipotesi di corruzione nella retrocessione di parte di una parcella) i revisori Mario Wiel Marin e Marco Moroni”.
L’inchiesta del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e della pm Michela Bordieri era figlia della decisione della giudice tutelare Ilaria Mazzei di disporre verifiche “sulla congruità dei rendiconti delle uscite per 3 milioni di euro in due anni dal patrimonio di Patrizia Reggiani” e della deposizione in Procura di Allegra Gucci, una delle due figlie di Reggiani, alla quale una sentenza della Cassazione del 2020 aveva imposto di “corrispondere alla madre un vitalizio di 1,1 milioni di franchi l’anno e 35 milioni di arretrati”.