LA GUERRA ALLE PORTE DI SEVERODONETSK
L’assedio di Severodonetsk, nel Donbass, potrebbe risolversi nel giro di qualche giorno: l’attacco sferrato dalle forze russe alla città del Lugansk ha portato «la maggior parte della città sotto il controllo dell’esercito russo», spiega su Telegram il governatore della regione orientale del Lugansk, Serhiy Gaidai.
L’allarme nella popolazione è enorme, con il Governo di Kiev che lancia nuovamente appelli all’Occidente per impedire un altro “episodio” da terza guerra mondiale all’est dell’Europa: sempre Gaidai ha poi rivelato come un raid russo abbia colpito questo pomeriggio un serbatoio di acido nitrico in un’industria chimica di Severodonetsk. Rilanciato l’allarme sui media locali, il governatore ha spiegato «L’acido nitrico è pericoloso se inalato, ingerito e se entra in contatto con la pelle». Secondo i media ucraini, in particolare il quotidiano “Vesti”, il Presidente Zelensky avrebbe espresso consenso circa la proposta di Erdogan di organizzare un incontro a tre con Putin a Istanbul: «non si parla ancora del formato dei colloqui ma vi è una questione di accordo in linea di principio su tale incontro», ha detto al quotidiano il portavoce del presidente ucraino, Serhiy Nikiforov.
MEDIA UCRAINA: “PUTIN VUOLE OCCUPARE DONBASS ENTRO 1 LUGLIO”
Più volte anche nel recente passato – basti pensare alla data del 9 maggio considerata la data limite per la fine/l’inizio di una terza guerra mondiale – dai servizi di intelligence stranieri vengono presentate date e scadenze come “verità eterne”.
L’ultima profezia-previsione arriva dagli 007 dell’Ucraina, citati stamane da Channel 24: «Il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di occupare l’intera regione di Lugansk e Donetsk entro il primo luglio». Che la Russia stia puntando quasi esclusivamente il Donbass in queste ultime settimane lo ha confermato Lavrov, mentre sulle tempistiche occorre capire realmente come si evolverà la situazione sul campo di battaglia. «Queste sanzioni sono dirette proprio contro il popolo russo», è la critica sollevata dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev contro l’Occidente, «Questa conclusione è scoraggiante, ma purtroppo è vera. Ci odiano tutti! Queste decisioni si basano sull’odio verso la Russia, verso i russi, verso tutti i suoi abitanti». Poco prima i leader Ue dal Consiglio Europeo avevano ribadito l’appello verso Putin per sbloccare le esportazioni di grano dall’Ucraina: allo stesso tempo, presidente dell’Unione Africana Macky Sall ha annunciato che nelle prossime ore telefonerà al leader del Cremlino per esprimere la profonda preoccupazione riguardo la crisi alimentare. «Crisi del grano è colpa sua», lamenta il leader africano. In risposta alle critiche mondiali mosse contro Mosca, il Ministro degli Esteri Lavrov ha affermato che la Marina russa garantiti il passaggio senza ostacoli delle navi cariche di grano «verso il Mar Mediterraneo e oltre solo se l’Ucraina sminerà le sue acque costiere».
GUERRA NEL DONBASS: 12MILA INTRAPPOLATI A SEVERODONETSK
97 giorni di guerra in Ucraina e ancora non un “filo” di tregua per lo scontro sul campo che Kiev continua a definire «prodromo di una terza guerra mondiale»: mentre l’Europa e la Russia proseguono nello scontro a distanza a suon di sanzioni e “ritorsioni” energetiche, la battaglia nel Donbass rappresenta al momento l’obiettivo massimo del Cremlino (come del resto ribadito ieri dal Ministro degli Esteri Lavrov, «priorità liberare Donetsk e Lugansk»).
Scenari di alta tensione in Ucraina si segnalano nelle aree di Kharkiv e soprattutto a Severodonetsk: qui il Consiglio norvegese per i rifugiati ha dichiarato stamane che sarebbero addirittura 12mila i civili ancora intrappolati nella città orientale del Lugansk. In uno scenario che si avvicina sinistramente a quanto vissuto fino a poche settimane fa a Mariupol, le truppe ucraine sono sempre più assediate dalle forze russe e filo-russe. «Sono inorridito nel vedere Severodonetsk, la fiorente città dove avevamo il nostro quartier generale operativo, diventare l’epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina», ha dichiarato il segretario generale del Consiglio norvegese, Jan Egeland. Secondo il report dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, l’esercito russo è in avanzamento verso Severodonetsk: dopo il bombardamento ieri che ha ucciso – tra gli altri – il giornalista francese di BfmTV Frederic Leclerc Imhoff, l’evacuazione dalla regione di Lugansk è stata interrotta drasticamente.
LA TERZA GUERRA MONDIALE: GRANO E SANZIONI, LO SCONTRO RUSSIA-OCCIDENTE
La guerra sul campo e la terza guerra mondiale su economia, cibo ed energia: la situazione conseguente alla guerra tra Russia e Ucraina nell’Est dell’Europa sta peggiorando, con lo scontro ormai su tutta la linea tra Occidente e Mosca. Nonostante qualche spiraglio di apertura su nuovi negoziati – per lo sforzo promosso da Turchia, Italia, Francia e Germania – il livello di scontro è ancora molto alto.
Nella notte il Consiglio Europeo straordinario ha raggiunto l’accordo di massima sul sesto pacchetto di sanzioni Ue verso la Russia: in particolare, vi sarà un embargo al petrolio russo in arrivo via mare in Europa (deroga invece per il greggio via oleodotti, su richiesta di Ungheria-Repubblica Ceca-Slovacchia). Il Cremlino ha replicato che si rivolgerà ad altri compratori, ma è poi sulla partita del gas e del grano che si rischia di vedere “saltare” il banco ulteriormente rispetto alle già pesanti sanzioni. Secondo il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, la soluzione migliore per esportare il grano bloccato in Ucraina è «lanciare un’operazione internazionale nel Mar Nero con l’aiuto di Paesi amici disposti a inviare le loro navi per sminare le acque e scortare il passaggio dei cargo, a cominciare da Odessa». Lo sblocco, secondo Kiev, deve avvenire nel giro di due settimane altrimenti si avrebbero conseguenze devastanti per i raccolti fermi da giorni sulle navi cargo. Se è vero che il Ministro degli Esteri Lavrov si recherà in Turchia il prossimo 8 giugno per discutere di «corridoi sicuri per il grano», a livello europeo si guarda con apprensione alla possibilità di fornire “scorta navale” alle navi cariche di grano, temendo infatti possibili conseguenze belliche ad eventuali attacchi della Russia.