Ron si esibisce al DallArenaLucio, in ricordo di Lucio Dalla: la guerra diventa spunto di riflessione
Live al DallArenaLucio, Ron si esibisce sulle note di 4 marzo 1943 (4/3/1943), una canzone di Lucio Dalla e della Nuova Equipe 84, incisa nel 1971[e composta da Paola Pallottino oltre allo stesso Dalla. Il brano veniva presentato per la prima volta al Festival di Sanremo 1971, dove si classificò al 3º posto. Con la sua esibizione dai vocals sentiti, Ron rievoca il messaggio del pezzo a prima firma di Lucio Dalla, che parla della storia di una ragazza madre che ha avuto un figlio da un soldato alleato. La storia è ambientata nel pieno della seconda guerra mondiale e dall’Arena di Verona induce a una riflessione sulle conseguenza di un conflitto armato tra potenze mondiali, come quello che ora si vive nel mondo tra la Russia e l’Ucraina. (Aggiornamento di Serena Granato).
Ron all’Arena di Verona per l’omaggio a Lucio Dalla
Tra i grandi ospiti di Dallarenalucio, il grande evento dedicato a Lucio Dalla nella meravigliosa location dell’Arena di Verona, c’è anche il mitico Ron. Per il sessantottenne lombardo è un periodo d’oro, coi cinquant’anni di carriera compiuti e celebrati con grande entusiasmo ed un ritrovato slancio. Basti pensare al ricco programma estivo in arrivo, che prevede un ampio tour con un’orchestra sinfonica per l’artista lombardo. A settembre, inoltre, lo rivedremo con un attesissimo album di inediti comprendente il singolo, uscito da poco, “Più di quanto ti ho amato”.
Il cantante non vede l’ora di mettersi alla prova e di vivere, ancora, grandi emozioni. “Spero di non annoiarmi mai”, si è augurato Ron in una interessante intervista rilasciata a Il Corriere della Sera a proposito dei suoi progetti artistici. E per quanto riguarda questa sera, di certo, non si annoierà all’evento per l’indimenticato Lucio Dalla, a cui riserverà una dedica speciale.
Lucio Dalla, il ricordo di Ron: “Era un bugiardo, nel senso buono”
“Era un gran bugiardo ma nel senso buono”, ha detto Ron a proposito di Lucio Dalla. “Era un ottimista che amava confezionare i suoi racconti, immergerli in una sorta di realtà aumentata. Inseguiva la bellezza, la narrazione fantastica. Gli piaceva rendere la vita più interessante di quello che era. Come Fellini. Ogni volta, uno show, un esercizio di creatività“. Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, il cantante affronta svariati temi e fasi della sua lunga carriera.
Non mancano gli aneddoti e ai retroscena più curiosi relativi al suo repertorio. “Ad esempio prendevo fischi dal pubblico che voleva Dalla e De Gregori”. E ancora: “Scrissi ‘Attenti al lupo’ pensando a mia nonna e alla sua casetta. Lucio la sentì e disse: con questa vendiamo un milione di dischi. Ne abbiamo venduti ben di più…”.