GUERRA NEL DONBASS, CAOS A SEVERODONETSK. OK SANZIONI UE A RUSSIA
La terza guerra mondiale “in potenza” nell’est dell’Europa si divide come sempre ormai da quasi 100 giorni a questa parte in battaglie sul campo e scontri diplomatici/economici fuori dall’Ucraina. Anche in questo 2 giugno 2022 gli scenari e le ultime notizie non sono da meno.
Da Bruxelles fonti Ue confermano che si è trovata la quadra sul sesto pacchetto di sanzioni europee alla Russia: resta l’embargo graduale al petrolio in arrivo via mare in Europa, con deroghe invece per il greggio degli oleodotti. Dopo la richiesta-veto dell’Ungheria, è stato accontentato Orban nell’ultimo accordo dei 27 ambasciatori Ue: il patriarca ortodosso di Mosca Kirill è stato tolto dalla lista nera dal sesto pacchetto delle sanzioni Ue. Immediata conseguenza della conferma sull’embargo al petrolio è l’accordo raggiunto da Opec+: secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio aumenterà la produzione di 648mila barili al giorno in luglio e in agosto, rispetto ai 432mila barili al giorno di questi ultimi mesi. La guerra sul campo nel frattempo prosegue a seminare terrore soprattutto nell’est dell’Ucraina, in Donbass: nelle ultime ore le forze russe stanno bombardando il villaggio di Mykolaivka, vicino alla città strategica di Slovians nel Donbass orientale. Dal Governo di Kiev arriva invece la conferma sulla situazione sempre più sinistramente simile a Mariupol dello scenario attuale a Severodonetsk: circa 800 persone sono rifugiate in diversi bunker antiaerei nei sotterranei della fabbrica chimica Azot. La mente torna al terribile assedio alla Azovstal di Mariupol, con in più il fatto che l’esercito ucraino a Severodonetsk appare molto più debole rispetto alla lunga resistenza avvenuta sul Mar d’Azov: di questi 800, denuncia il governatore della Regione orientale ucraina di Lugansk, Serhiy Gaidai, «Ci sono abitanti a cui era stato chiesto di lasciare la città, ma hanno rifiutato. Ci sono anche bambini, ma non molti».
ASSEDIO NEL DONBASS, LA GUERRA TRA UCRAINA E RUSSIA
Dopo 99 giorni di guerra ininterrotti in Ucraina, l’obiettivo russo è ormai consolidato nel suo intento: le forze di mosca spingono per conquistare le aree più vaste possibili all’interno del Donbass, specie per le regioni di Lugansk e Donetsk, in quella che assomiglia sempre di più sinistramente ad una “terza guerra mondiale” moderna.
Nella notte si segnalano esplosioni tanto nel Donbass quanto nelle aree di Leopoli, a pochi chilometri dalla Polonia: «Un missile ha colpito il tunnel ferroviario di Beskydy nei Carpazi ferendo almeno 5 persone, che non sono in pericolo di vita», spiega u Telegram il consigliere del ministro dell’Interno ucraino, Anton Gerashchenko. Secondo Kiev, i missili su Leopoli sono un tentativo russo di interrompere le forniture occidentali di armi e carburante all’Ucraina. Nel frattempo si continua a combattere per le strade di Severodonetsk, ormai occupata dai russi all’80% della sua estensione: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk, Serhiy Gayday. Dall’esercito ucraino giunge notizia di una carenza progressiva dei russi per il sistema di droni, chiedendo a questo punto uno sforzo ulteriore per l’Occidente nel fornire strumenti adatti a resistere agli attacchi e ricacciare indietro il nemico.
ARMI USA-UK ALL’UCRAINA, IRA RUSSIA: RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE
Ieri vi sono stati alcuni sviluppi circa l’ipotesi di riprendere dei seri negoziati di pace, con la Russia che non ha escluso la possibilità di procedere ad un incontro “a tre” con Erdogan, Zelensky e Putin per scongiurare lo scoppio della terza guerra guerra mondiale e condurre una tregua duratura dopo 100 giorni di conflitto ormai passati.
Di contro, il Cremlino con il suo portavoce Dmitri Peskov ha anche sottolineato come un serio negoziato non può partire con la continua fornitura di armi dell’Occidente verso Kiev: dopo l’annuncio ieri di Biden dell’invio di lanciarazzi multipli MLRS all’Ucraina, stamattina è la Gran Bretagna che rende noto l’invio in terra ucraina di sistemi missilistici M270 a lungo raggio per difendersi dalla Russia. «Si tratta di lanciatori in grado di colpire obiettivi fino a 80 chilometri (49,7 miglia) di distanza, in grado di offrire un significativo aumento delle capacità per le forze ucraine», spiega il Segretario alla Difesa Uk Ben Wallace «Mentre le tattiche della Russia cambiano, così deve cambiare il nostro sostegno all’Ucraina. Questi lanciarazzi multipli altamente efficaci consentiranno ai nostri amici ucraini di proteggersi meglio dall’uso brutale da parte della Russia dell’artiglieria a lungo raggio usata dalle forze di Putin per distruggere indiscriminatamente le città» ha poi concluso il Ministro britannico. «La fornitura Usa dei lanciarazzi multipli MLRS a Kiev rischierebbe di provocare un allargamento del conflitto con il coinvolgimento di Paesi terzi», ha spiegato ieri sera il Ministro degli Esteri russo Lavrov condannando le mosse occidentali di fornire ancora aiuti militari all’Ucraina, “stoppando” così le velleità di possibili negoziati di pace. Nel frattempo, mentre Mosca accusa la Casa Bianca di voler «gettare altra benzina sul fuoco», anche in Europa la situazione è di fortissima tensione: l’Ungheria ha posto un nuovo veto nel pacchetto di sanzioni alla Russia, in particolare si è opposta a includere il patriarca ortodosso Kirill nella lista dei personaggi sanzionati. Per questo modo il sesto pacchetto di sanzioni che pareva ormai concluso, si ritrova nuovamente in “stallo”.