Lo scorso 21 maggio si è concluso con grande soddisfazione il lavoro della Commissione Cultura del Senato. Ne danno conto tantissimi soggetti e rappresentanti delle varie aree produttive, scolastiche e formative che si intrecciano sul mercato del lavoro, stakeholders compresi, che salutano questo successo, di cui la crescita del capitale umano italiano ed europeo all’insegna della sostenibilità potrà vantarsi.
Molteplici soggetti, associazioni e istituzioni che si possono dedicare alla rivoluzionaria (ri)costruzione, voluta dal premier Draghi e dal ministro Bianchi, dei processi educativi e formativi sostanziata dagli Istituti tecnici superiori (Its). Strutture – note da 50 anni, anche se all’inizio per scarne ma positivissime esperienze nel Nord Italia, poi diffusesi in settori importanti delle attività economiche di tutto il Paese, quindi oggi presenti anche al Sud – che finalmente stanno per avere, non a torto, un nerbo normativo che si incardina su decisioni parlamentari e non solo governative e amministrative, previste, peraltro, primariamente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Con colleghi dell’ambiente universitario, negli anni recenti si discuteva della necessità di estendere una professionalizzazione ai più alti livelli dei processi educativi e formativi, presenti quindi anche in contiguità con l’università, ad essa collegati, essendo ambedue inserite in un unico processo finale, quello di livello più elevato della formazione permanente e ricorrente. Da qui anche la necessità di mettere a disposizione, per la riuscita dalla proposta formativa degli Its, l’ausilio di un’organizzazione di placement di prim’ordine, mai concepita nel Paese e in modo consapevole, tanto più necessaria per il raccordo di transito tra vertici di funzioni professionalizzanti impegnati in layout di una data “lavorazione” estesa anche ai servizi (da cui non è esclusa, peraltro, la ricerca) e vertici impegnati in layout di ricerca universitaria vera e propria.
Ciò contribuisce a che sicuramente la prossima riforma degli Its nella storia dell’istruzione può essere considerata nel novero della riforma Gentile, che generò la formazione della classe degli “intellettuali” italiana, e della riforma Gelmini dell’università, che mise in funzione l’“ascensore sociale” nelle famiglie, specialmente nelle aree arretrate del Paese.
Il processo di nascita degli Its, che si sta avviando in questi giorni a conclusione di un percorso di tappe non facili per la redazione di un nuovo soggetto di offerta formativa che ha cercato di assorbire il meglio dalle omologhe istituzioni tedesca, francese e svizzera, permette di sentire lambito, veramente in maniera diretta, lo “spazio europeo” ed è foriero di processi di internazionalizzazione e di ingresso della robotica, già oggi non avveniristica, nei processi di produzione.
I gruppi parlamentari, guidati a Palazzo Madama dal senatore socialista Riccardo Nencini, presidente della VII Commissione, hanno preparato un lavoro per cui tutto il governo Draghi, per la prima volta, vede al suo interno, insieme, la regìa del ministero dell’Istruzione, ma anche dell’Università, e particolarmente per la prima volta degli imprenditori, chiamati a giocare a “centrocampo” nella realizzazione dei processi formativi. Peraltro, l’impegno al rispetto dei tempi di realizzazione del Pnrr, se non l’accelerazione degli stessi previsti dall’Agenda, può essere interpretata come un’adeguata risposta al pericolo che, non trattandosi di progetti su misura, il controllo continuo del “tessuto complessivo” del Pnrr comporti qua e là la malaugurata apertura di “crepe”, che – accelerazione descritta a parte, o rinegoziazioni del Pnrr a livello comunitario a causa della guerra in corso o altri tipi di rilassamento – potrebbe escludere progetti particolarmente strategici, come può essere considerato appunto quello degli Its.
“I tempi saranno rapidissimi. Sulla questione dei fondi da destinare alle aziende stiamo lavorando e il prossimo anno scolastico saremo pronti”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, martedì 17 maggio agli Stati generali dell’orientamento. Il carattere del talento, organizzati da Confindustria. La riforma è stata approvata dall’aula del Senato con 175 voti favorevoli e 7 contrari. Il provvedimento adesso torna alla Camera per la terza lettura e per diventare definitivamente legge.
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