LE PAROLE DI PACIFICO
Marcello Pacifico ricorda che “il Governo pensa di cambiare di nuovo le regole sulle pensioni, ritornando ad una quota 41, ma soltanto a determinate condizioni”. Come riporta Teleborsa, il Presidente dell’Anief spiega che !Quota 41 cioè 41 anni di contributi versati, spetta soltanto a chi ha almeno un anno di contributi versati, non figurativi dovuti a riscatto, quando aveva 19 anni, e comunque per i lavori gravosi, usuranti e di assistenza ai disabili”.
Una formula che per l’Anief può andare bene come cumulo dei contributi, ma dovrebbe “riguardare tutti gli anni di contributi, a qualunque titolo versati, quindi anche gli anni di formazione e di laurea”. E che, in ogni caso, dovrebbe “essere garantita anche al personale scolastico, perché l’Istat ha già verificato da parecchi anni assieme all’Inail il burnout molto forte che colpisce il personale scolastico”. Per Pacifico, infatti, “c’è la necessità di svecchiare il personale scolastico, c’è bisogno di evitare questo rischio burnout che influenza negativamente la didattica e anche la gestione della classe”.
CONTE E LA SOLUZIONE M5S
Giuseppe Conte ha partecipato oggi al Forum Ansa e ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che “lavoreremo e proporremo alle altre forze politiche una nostra soluzione sulle pensioni, è una questione che va risolta.
La via primaria è agire sull’ampliamento della platea dei lavori usuranti. E su questo si potrà costruire una soluzione sostenibile, tenendo anche conto dell’età anagrafica e dei contributi”. Il leader del Movimento 5 Stelle ha anche evidenziato l’importanza di arrivare subito a un salario minimo, che “serve per avere un’esistenza dignitosa, bisogna intervenire subito, il progetto di legge è al Senato. Io dico alle altre forze politiche: avete delle osservazioni di fare, confrontiamoci. La legge si può approvare in poco tempo”. Come evidenziato dai senatori pentastellati, un lavoro stabile e ben pagato viene ritenuto fondamentale anche per garantire un buon futuro previdenziale ai giovani. Da qui anche la richiesta di tornare alla versione originale del Decreto dignità.
LE PAROLE DI LANDINI
Secondo Maurizio Landini è tempo di agire di fronte a “una emergenza sociale e democratica che va affrontata con l’aumento di salari e pensioni, e una lotta alla precarietà nel lavoro e nella vita”.
Per trovare le risorse necessarie a “far pagare meno tasse ai salari e pensioni più bassi”, spiega il Segretario generale della Cgil intervistato dalla Stampa, bisogna intervenire sulle “rendite finanziarie e gli utili” che “sono tassati la metà rispetto a lavoratori e pensionati, cioè quelli che la ricchezza la producono davvero. Chi ha di più deve contribuire di più”. Il sindacalista spiega di non avere in mente una patrimoniale, ,ma “un modello fiscale in cui tutti pagano in base a quello che percepiscono. L’85% dei lavoratori dipendenti e pensionati vive al di sotto dei 30mila euro annui. Non possiamo dimenticarli. Dobbiamo aumentare strutturalmente i salari e ridurre la precarietà”, anche perché “aumentare i salari e le pensioni serve anche per sostenere i consumi e il mercato interno, quindi anche le imprese”.
LA RICHIESTA DELL’USB
L’Usb si prepara al congresso nazionale che si terrà tra circa sei mesi con il titolo “La forza dell’Unione”, centrato, come si legge in una nota riportata da lavorolazio.com, “sulla necessità di rompere l’isolamento in cui sono state cacciate le lotte sul lavoro e sull’importanza dell’azione collettiva sia per difendere gli interessi di chi lavora che per affermare una diversa idea di società”.
L’Unione sindacale di base continua intanto a portare avanti proposte che, come viene spiegato, fanno parte della piattaforma generale del sindacato. “Salario minimo, stop al sistema degli appalti, rialzo dei salari, blocco dei prezzi, assunzioni e internalizzazioni nella Pubblica Amministrazione, introduzione del reato di omicidio sul lavoro, nazionalizzazioni, detassazione delle pensioni e riduzione dell’età pensionabile, libertà di organizzazione sindacale e ripristino del diritto di sciopero: sono alcune delle tante proposte e obiettivi della piattaforma generale dell’USB”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PATTA
Le Considerazioni finali di Ignazio Visco non sono piaciute ad Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione comunista, che, come riporta Ansa, ricorda che “Siamo il paese con milioni di pensionati che campano con meno di mille euro al mese. L’inflazione al 6,9%, che aumenterà ancora insieme alle sanzioni, e già molto più alta per i redditi bassi, inferirà un colpo durissimo alle condizioni di esistenza di milioni di famiglie ampliando la fascia di quelle che non arrivano a fine mese. Il bonus di 200 euro è un misero palliativo”. Dal suo punto di vista, dal Governatore della Banca d’Italia non è arrivata “nessuna critica alla vergogna di un ridisegno del fisco che scarica il 97% dell’Irpef su lavoratori e pensionati”.
RIFORMA PENSIONI, LA RICETTA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
“Al contrario del governatore e del governo noi pensiamo che per invertire il disastro economico e sociale del Paese occorrono subito forti aumenti salariali per tutti, un salario minimo orario di dieci euro netti, pensioni minime di mille euro, il blocco degli aumenti sulle bollette e prezzi calmierati dei beni di prima necessità, piani nazionali per l’occupazione e per la casa, abolizione delle norme sulla precarietà, aumento consistente della spesa per scuola e sanità, politiche industriali a guida pubblica con forti investimenti per la riconversione ecologica a partire dal sud; e un fisco meno iniquo: progressività del prelievo su tutti i redditi da lavoro e da capitale, tassa progressiva sulle grandi ricchezze a partire da un milione di euro”, aggiunge Patta.
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