100 GIORNI DI GUERRA IN UCRAINA: PARLA ZELENSKY
100 giorni di guerra, 100 giorni di massacri e una speranza che dal conflitto in Ucraina non si arrivi ad una effettiva terza guerra mondiale che appassisce ogni giorno in più che passa tra conflitti, minacce e fallimenti diplomatici.
Cento giorni fa, il 24 febbraio 2022, iniziava quella che Putin ancora oggi chiama “operazione speciale” in Ucraina: migliaia di morti, città devastate, economia rasa al suolo. In occasione di questo triste “evento” sul calendario di guerra, torna a parlare il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che in questi ultimi 100 giorni il mondo ha imparato a conoscere: «Il 20% dell’Ucraina è in mani russe», spiega affranto in un video dal suo studio, e aggiunge «l’esercito russo ha già distrutto quasi l’intero Donbass ucraino ed è pronto a continuare a uccidere. Il Donbass era uno dei centri industriali più potenti d’Europa. Ora è semplicemente devastato». Ad oggi, fa sapere Kiev, sarebbero almeno 2.603 gli insediamenti urbani controllati da Mosca: «Guardiamo Mariupol: c’era mezzo milione di persone e adesso non sappiamo esattamente quanti cittadini siano stati uccisi dagli occupanti. Almeno decine di migliaia». Sarebbero circa 30.950 i soldati russi uccisi in Ucraina nei primi 100 giorni dell’invasione russa: lo riporta l’esercito di Kiev su Twitter. Sul fronte perdite Russia, l’esercito ucraino indica che si registrano anche 210 caccia, 175 elicotteri e 535 droni abbattuti. Da ultimo, le forze di Kiev affermano di aver distrutto 1.367 carri armati russi, 675 pezzi di artiglieria, 3.366 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 121 missili da crociera e 13 navi.
SEVERODONETSK, IL CANCRO DI PUTIN E LE ARMI USA: IL RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE
Nelle ultime 24 ore si è intensificata la guerra su Severodonetsk e sull’area più ad est del Donbass (il Lugansk): secondo l’Ucraina, l’offensiva russa non si fermerà qui e anzi porterà il mondo sempre più verso una terza guerra mondiale inevitabile se non venissero fermati.
Anche per questo il Presidente ucraino Zelensky torna a ringraziare gli aiuti degli Stati Uniti, in particolare modo l’ultimo invio di armi sofisticate per contrastare i raid di Mosca: «Gli Stati Uniti hanno confermato a vari livelli che i moderni lanciarazzi multipli HIMARS verranno inviati nel nostro paese. Queste armi ci aiuteranno a salvare la nostra vita e proteggere la nostra terra. Sono grato al presidente Biden, a tutti i nostri amici americani e al popolo degli Stati Uniti per il loro sostegno». Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ieri in visita alla Casa Bianca ha parlato di una «guerra di usura» che l’Occidente deve prepararsi ad affrontare, oltre che ha richiamato nuovamente tutti gli attori in campo per un negoziato di pace che possa porre fine al rischio di conflitto totale. Dagli Usa rilanciano nuovamente le fonti di intelligence di un cancro per Vladimir Putin che lo avrebbero portato ad essere operato lo scorso aprile: si attende la smentita del Cremlino anche se da Washington si teme che proprio le pessime condizioni di salute del Presidente russo possano giocare un ruolo “imprevedibile” sul conflitto in corso in Ucraina. Nel frattempo, proprio nel 100esimo giorno di guerra, la Russia ha annunciato di aver avviato un’esercitazione militare nel Pacifico mettendo in campo 40 navi da guerra e 20 aerei: «le esercitazioni dureranno fino al 10 giugno», riporta il ministero della Difesa russo alla Tass, «ci saranno navi impegnate nella ricerca di sottomarini di un finto nemico e che organizzeranno la difesa aerea per gruppi tattici di navi. Verranno condotti esercizi di addestramento al combattimento su bersagli di superficie e aerei».