Il reddito di libertà è una misura di welfare introdotta attraverso alcune disposizioni messe in campo dal Consiglio dei Ministri il 17 settembre 2020. Si tratta di un assegno di 400 euro al mese che l’Inps può erogare per 12 mesi al massimo. Questa misura è finanziata dall’istituto nazionale di previdenza sociale e dalle regioni. Vediamo chi può richiederlo.
Reddito di libertà: che cos’è e chi può richiederlo
Il budget per il reddito di libertà è pari a 3 milioni di euro e si tratta di un contributo assicurato alle donne che versano in difficoltà economiche e non sono soggette ad altri aiuti, siano state vittime di violenza e necessitano dunque di trovare un lavoro. La violenza sulle donne infatti può causare condizionamenti psicologici tali che rendono difficile il rapporto con la vita lavorativa.
Certamente 400 euro al mese non sono risolutivi, soprattutto se la donna non ha un lavoro, ma il contributo può essere richiesto senza che vi sia un limite di reddito.
Reddito di libertà: come richiederlo
E dunque questo bonus può essere cumulato anche ad altri, qualora la donna ad esempio sia percettore di reddito di cittadinanza oppure di bonus casalinghe, il requisito fondamentale è che sia stata vittima di violenza, può comunque accedere all’aria INPS per richiederlo. Tuttavia, poiché il budget stanziato non è altissimo potrebbe essere un po’ difficoltoso trovare l’accoglimento della richiesta ed è per questo motivo che molte associazioni A tutela della donna hanno specificato che la misura di welfare, benché utile, va migliorata.
È possibile tuttavia richiederlo accedendo al sito dell’Inps personalmente attraverso l’identità digitale spid, cie o cns oppure mediante un intermediario abilitato come un CAF o un patronato.