Il gusto preferito degli italiani? Un grande classico: con il 27% delle preferenze è senza dubbio il cioccolato, in tutte le sue declinazioni. Seguono pistacchio (14%) e nocciola (11%). Ma non manca neppure chi è incuriosito dalle novità: il 43% vorrebbe assaggiare la variante al panettone, il 21% quella allo zenzero, l’11% quella al peperoncino. A dirlo sono i risultati di un’indagine condotta da Bva-Doxa un su un campione più di 2.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana, per conto dall’Istituto del Gelato Italiano.
La ricerca ha scattato una fotografia completa e articolata del rapporto che lega i nostri connazionali con il prodotto industriale, rilevandone conferme e novità. E questo su più fronti.
Il primo è quello delle occasioni di consumo. L’estate – dice la survey – resta il periodo di massima stagionalità (il 98% del campione dichiara di gustare il gelato confezionato nei mesi caldi), ma si assiste anche ad una almeno parziale destagionalizzazione del prodotto, dal momento che due italiani su tre lo consumano anche in primavera e quasi uno su tre perfino in inverno. E lo stesso schema si ritrova anche se si osservano le dinamiche che scandiscono il consumo lungo la giornata: la merenda del pomeriggio si conferma il momento preferito (piace a due italiani su tre), ma un intervistato su due apprezza il gelato confezionato pure a fine cena (49%) o in serata (41%). E si fa strada anche un piccolo esercito, per lo più femminile, che lo utilizza come sostituto del pasto (oltre il 10%).
Tra tradizione e innovazione si muovono poi le preferenze in fatto di formati. Più della metà del campione, il 57%, sceglie infatti il classicissimo cono, seguito al secondo posto dalle vaschette formato famiglia (41%). Ma va segnalato anche un 10% che, in linea con le nuove trasformazioni sociali, sottolinea il proprio gradimento per le mini-porzioni.
E ancora, diviso tra cambiamento e continuità, è il risultato che emerge in relazione al luogo di consumo: la casa rimane il posto preferito con una percentuale netta – 58% – che segna la distanza con un ben più limitato 18% di intervistati cui piace gustare il gelato confezionato per lo più al bar o passeggiando all’aperto. Un segno dei tempi, che probabilmente deve essere ricondotto, almeno in parte, al maggior tempo trascorso tra le mura domestiche a causa della pandemia.
Vantaggi e luoghi comuni
La ricerca ha inoltre indagato i vantaggi che gli italiani riconoscono al gelato confezionato. E qui a prevalere è la porzionatura, citata da un italiano su tre (33%). “Un dato – commenta il prof. Michelangelo Giampietro, Presidente IGI, medico dello sport e specialista in Scienza dell’Alimentazione – che ci fa molto piacere, perché il controllo della porzione, insieme alla lettura dell’etichetta del prodotto su cui vengono riportati tutti gli ingredienti, permette al consumatore di conoscere esattamente i valori nutrizionali assunti e la qualità dell’alimento”.
Ma un ruolo di rilievo tra i plus – dice l’indagine – lo recita anche il fatto che, ovunque lo si acquisti, il gelato confezionato garantisce sempre lo stesso gusto, riconoscibile e certo (28%). E alla lista si devono aggiungere pure la sicurezza data dai controlli igienico-sanitari (nominata da ben il 15% degli italiani) e la possibilità di leggere le informazioni riportate in etichetta (principale vantaggio per l’11% del campione).
La survey ha poi cercato di mettere a fuoco i luoghi comuni che ancora insistono su questo prodotto, evidenziando come il pregiudizio più diffuso riguardi la convinzione che il gelato industriale contenga conservanti: tocca l’81% degli italiani, l’87% nella fascia fra i 18 e i 34 anni. Una percentuale molto consistente che però – e qui sta la buona notizia -, seppure lentamente, sta calando se si considera che nel 2018 a pensarla così era il 91% degli italiani. “In realtà – spiega Giovanna Rufo, tecnologa alimentare dell’IGI – nel gelato confezionato non vengono mai utilizzati conservanti: il freddo stesso è il conservante naturale per eccellenza”.
Come pure, lontano dallo stato delle cose è la credenza che in questo prodotto siano presenti grassi idrogenati: non è così, ma ne è convinto il 71% del campione.
Non ci sono dubbi invece sulla sicurezza di coni & company: ben il 93% degli intervistati esprime infatti fiducia verso l’ambiente produttivo, che ritiene igienicamente sicuro. Un dato rilevante – osserva l’indagine -, soprattutto in tempo di Covid, che sale addirittura alla quasi totalità (97%) degli intervistati della fascia di età 55-74 anni.
Aziende promosse dai consumatori
Lo studio ha infine indagato il cambiamento del percepito delle aziende nella mente degli italiani negli ultimi 5 anni. E la pagella che ne deriva è sostanzialmente positiva: il 46% del campione (51% tra le donne) riconosce un maggior impegno industriale nei confronti del tema della sostenibilità ambientale; un italiano su due (48%) ritiene la qualità nutrizionale dei gelati confezionati migliorata rispetto al passato; per il 49% la bontà del prodotto si è mantenuta stabile e per il 60% oggi il mercato offre più varietà e più possibilità di scelta. E ancora, il 41% afferma che la produzione utilizza ingredienti sempre più adeguati ai diversi regimi alimentari emergenti (ipocalorici, vegan, senza lattosio, senza glutine), mentre il 28% sostiene che siano in commercio più formati, segno di una maggiore attenzione delle aziende rispetto alle esigenze dei single e delle famiglie numerose.
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