Con il cuore nel nome di Francesco accoglie Nek
L’evento benefico Con il cuore nel nome di Francesco, condotto da Carlo Conti su Rai Uno, è aperto da Nek, che canta in duo con Francesco Gabbani e sulle note di Imagine dei Beatles, per un invito a dire no alla guerra in corso tra Russia e Ucraina. Nek, inoltre, per incentivare le donazioni benefiche che al termine dell’evento saranno devolute ai più bisognosi, poi canta un pezzo cult del suo repertorio, dal titolo Laura non c’è. E la reazione del pubblico non si fa attendere: tutti gli spettatori accorsi al live benefico dedicano un tripudio di cori a Nek. (Aggiornamento di Serena Granato).
Nek: come reagire ad un momento “no”
Appoggiarsi alla persona amata quando si vive un momento difficile nella propria vita privata a volte è indispensabile e permette di guardare al futuro con maggiore ottimismo. Anzi, questo modo di agire non può che farci sentire più forti e non deve essere interpretato come un segno di debolezza. Ne sa qualcosa Nek, che ha applicato al meglio questo concetto quando un paio di anni fa è rimasto vittima di un terribile incidente alla mano che ha rischiato di fargli perdere l’uso dell’arto. Il sostegno della moglie, Patrizia Vacondio, è stato costante e provvidenziale.
L’interprete di “Laura non c’è” ha ammesso di avere tradito qualche tempo fa la consorte, ma di essere stato perdonato. Questo brutto episodio è stato così completamente dimenticato, anzi i due sono più innamorati che mai grazie anche alle loro figlie, Beatrice e Martina (lei è nata da una precedente relazione della donna, ma è stata riconosciuta dal cantante.
Nek e l’incidente: il grande sostegno arrivato dalla sua famiglia
Ora che il problema alla mano è solo un ricordo, Nek non ha alcun timore nel raccontare la paura provata in quel momento. Determinante, però, è stata anche la prontezza di riflessi, che lo ha portato ad avviarsi verso l’ospedale in autonomia ben sapendo che se non lo avesse fatto i danni avrebbero potuto essere ben peggiori.
“Tutte le dita sono rimaste danneggiate ma, in particolare, l’anulare è quasi saltato via e il dito medio per metà, ma dopo oltre undici ore d’intervento sono riusciti a salvarmi la mano – ha raccontato a Radio Deejay -. Se fossi rimasto più del dovuto nella mia casa in campagna, in attesa dei soccorsi, nel peggiore dei casi sarei morto dissanguato, nei migliori avrei perso i sensi. Invece, ho avuto il sangue freddo di prendere l’auto e di guidare fino al Pronto Soccorso di Sassuolo”
Il cantante riconosce quanto gli affetti siano stati fondamentali: “La famiglia e la realtà in cui vivo sono per me necessari – ha detto a ‘Vanity Fair’ –. Ho sempre bisogno di tornare al nido, fuggendo la popolarità. Un incidente così destabilizza tanto. Ho dovuto tirare fuori le mie risorse. Dio è stato un grande aiuto, avere fede significa porre fiducia in qualcuno. Non mi sono mai sentito solo. Nel dolore ci sie tu, con le armi che hai a disposizione. La fede è un cammino, la mia è in continua evoluzione”.