Decine di ginnaste americane hanno chiesto un maxi risarcimento da un miliardo di dollari all’Fbi, la polizia federale degli Stati Uniti. Come si legge sul quotidiano Il Giornale, la richiesta è scattata dopo la denuncia di molestie nei confronti di Larry Nassar, ex osteopata della nazionale a stelle e strisce di ginnastica, che nel 2017 era stato condannato a 60 anni di carcere per pedopornografia e l’anno seguente a 175 anni per abusi sessuali condotti per 20 anni nei confronti delle giovani atlete che curava. Le vittime sono in totale una novantina, fra cui anche le ginnaste olimpioniche Simone Biles, McKayla Maroney e Aly Raisman, e il gruppo ha deciso di fare causa all’agenzia americana accusandola di non aver fatto nulla nei confronti di Larry Nassar a luglio del 2015, quando erano state sporte le prime denunce.
«È indubbio che quell’anno gli agenti dell’Fbi sapessero già, ma non hanno agito, lasciandolo libero di continuare a prendere di mira giovani donne e ragazze per più di un anno. È tempo che l’Fbi venga ritenuto responsabile», ha commentato Maggie Nichols, campionessa nazionale 2017-19, mentre Samantha Roy, ex ginnasta dell’Università del Michigan, aggiunge: «Se l’Fbi avesse semplicemente fatto il suo lavoro, Nassar sarebbe stato fermato prima di abusare di centinaia di ragazze, me compresa».
GINNASTE USA, CHIESTO RISARCIMENTO ALL’FBI: GIA’ RICEVUTI 880 MILIONI DI DOLLARI
Fra le prime denunce risalenti a sette anni fa, e l’arresto nel 2016, l’osteopata avrebbe molestato una settantina di ragazze come riferito dal rapporto dell’ispettore generale del dipartimento di Giustizia, vittime che si sarebbero quindi potute evitare.
L’università dello stato del Michigan, accusata di immobilismo nei confronti di Nassar, ha già accettato un pagamento da 500 milioni di dollari, mentre la Ginnastica Usa e il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti, hanno raggiunto un accordo da 380 milioni di dollari. Ed è probabile che la prossima a pagare sarà l’FBI, anche perchè l’anno scorso, il direttore Cristopher Wray, aveva riconosciuto gli sbagli dell’agenzia: «Mi dispiace soprattutto che ci siano state persone all’interno dell’agenzia che hanno avuto la possibilità di fermare questo mostro nel 2015 e hanno fallito. È imperdonabile».