LE PAROLE DI SALVINI
In occasione di un comizio elettorale a Mortara, in provincia di Pavia, Matteo Salvini, come riporta Ansa, ha ricordato che “il 31 dicembre rischia di tornare in vigore la legge Fornero, noi daremo battaglia perché venga definitivamente cancellata e si vada verso quota 41”.
“Vedo che Letta, dice che bisogna che il Parlamento approvi subito lo Ius soli e il ddl Zan. Per la Lega le priorità non sono queste, ma sono lavoro, lavoro e ancora lavoro”, ha aggiunto il Segretario della Lega. Intanto, come riporta sassilive.it, la Cgil, in occasione della manifestazione che si svolgerà a Roma il 18 giugno, “chiederà al governo interventi urgenti per il contrasto alla precarietà, sostegni strutturali per i redditi più bassi, l’aumento del ‘netto’ in busta paga, la tassazione delle rendite finanziarie per diminuire il carico fiscale per lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, la riforma delle pensioni, l’aumento del valore e della platea della quattordicesima, il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e la legge per la rappresentanza e la validità dei contratti nazionali per tutte e tutti”.
RISCHIO FORNERO: LE ALTERNATIVE
La riforma delle pensioni rischia di diventare per il governo una corsa contro il tempo. Il rischio, infatti, è di riavere nel 2023 la temuta legge Fornero, visto che Quota 102 volge al termine. Peraltro, il dialogo tra le parti non ha evidenziato una posizione netta. Le proposte non mancano ma, come osservato dal Sole 24 Ore, “alcune ripropongono alcuni numeri che sembrano più da estrazione della tombola che di approfondimento strutturale”. Infatti, dopo Quota 100 e 102 si comincia a parlare di Quota 104, grazie a cui la penalizzazione potrebbe essere modesta e regolata per ogni anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza con l’uscita Fornero.
Al momento non c’è nulla di sicuro, anche per questo sindacati e forze politiche tornano a chiedere colloqui. I primi insistono sulla possibilità del pensionamento a 62 anni salvaguardando la quota retributiva o con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età. C’è poi il problema del recupero del valore delle pensioni, questione affidata attualmente alla perequazione automatica. Senza soluzioni, quali sono gli scenari? Per il quotidiano le opzioni sono due: ritorno in toto alla riforma Fornero o proroga di un anno di Quota 102. In quest’ultimo caso, però, il governo dovrà fare i conti con il muro Ue, che ha bocciato questa ipotesi al pari di Quota 100. (agg. di Silvana Palazzo)
I DATI DELLA RELAZIONE ANNUALE COVIP
Dai dati della Relazione annuale della Covip emerge che gli iscritti alla previdenza complementare in Italia sono, a fine 2021, 8,8 milioni, in crescita del 3,9% rispetto al 2020. Complessivamente, si tratta del 34,7% della forza lavoro nel nostro Paese.
Come riporta Ansa, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha anche certificato che i rendimenti dei fondi pensione sono risultati più alti della rivalutazione del Tfr anche nel 2021. Considerando gli ultimi 10 anni, “il rendimento medio annuo dei fondi pensione negoziali è stato del 4,1%, quello dei fondi pensione aperti il 4,6% e quello dei Pip ‘nuovi’ di ramo III il 5%. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua del Tfr è stata dell’1,9%”. Per quel che riguarda gli iscritti “si conferma la prevalenza di uomini e delle classi intermedie e più prossime all’età di pensionamento: gli uomini sono infatti il 61,8% degli iscritti alla previdenza complementare (il 73% nei fondi negoziali); il 50,3% degli iscritti ha età compresa tra 35 e 54 anni, il 31,9% ha almeno 55 anni”.
LA PROTESTA DI CUB E SBM
Domani a Trento si terrà un corteo cittadino indetto dalla Confederazione Unitaria di Base (C.U.B.) di Trento e dal Sindacato di Base Multicategoriale (S.B.M.) di Trento. Come viene riportato dall’agenzia giornalista Opinione, le due sigle sindacali evidenziano che “le guerre proseguono, lo Stato italiano è sempre più impegnato a riarmarsi, a finanziare missioni militari in ogni parte del mondo; le politiche di privatizzazione continuano senza sosta.
Aumentano i prezzi dei generi alimentari e di prima necessità, dall’elettrica ai carburanti, dalle spese sanitarie e scolastiche ai trasporti ed agli affitti. L’Italia resta il Paese con i più bassi salari e le più basse pensioni ed il divario sociale aumenta sempre di più, così come gli omicidi sul lavoro. A Trento si buttano i soldi per un’inutile quanto costosa circonvallazione ferroviaria ad alta velocità”, mentre le risorse del Pnrr andrebbero destinate “alla bonifica delle aree inquinate di Trento Nord, ad incentivare la sanità, la scuola ed i trasporti pubblici, ad aumentare salari e stato sociale, non a distruggere la nostra città con un’opera inutile come la Circonvallazione Ferroviaria ad alta velocità!”.
RIFORMA PENSIONI, IL GRAVE ERRORE POLITICO SECONDO SCHIRÒ (PD)
Angela Schirò ha deciso di presentare degli emendamenti al Decreto Aiuti per cercare di rimediare a quello che definisce “un grave errore politico”, ovvero l’abrogazione di Anf e detrazioni per i figli a carico degli italiani all’estero.
“Con un emendamento chiedo che ai dipendenti a contratto in servizio presso la rete estera del Maeci siano ripristinate le detrazioni per figli ‘under 21’ a carico che erano state soppresse a partire dal 1° marzo u.s. Con gli altri due emendamenti chiedo di riattivare – solo per gli italiani residenti all’estero i quali non possono beneficiare dell’Assegno unico universale – il pagamento degli assegni familiari per figli a carico a cui hanno diritto e la possibilità di continuare a usufruire delle detrazioni per figli a carico sui loro stipendi o sulle loro pensioni”, spiega la deputata del Pd eletta all’estero.
RIFORMA PENSIONI, LA DISCRIMINAZIONE SUBITA DAGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Come riporta Askanews, Schirò ricorda che “si tratta di lavoratori e pensionati il cui reddito è (o è stato) prodotto in Italia e che per questo motivo (per la maggior parte dei casi) pagano le tasse in Italia. Sono insomma contribuenti fiscali italiani a tutti gli effetti anche se vivono all’estero e devono essere quindi protetti da ingiuste discriminazioni fiscali e previdenziali”. “Per questa ragione, continuo a chiedere il ripristino di tali benefici fiscali e previdenziali a favore dei nostri connazionali, che purtroppo – giova sottolineare – avendo la residenza all’estero non potranno richiedere l’Assegno unico universale (la prestazione è infatti subordinata alla residenza in Italia)”, aggiunge l’esponente del Partito democratico.
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