Shanghai torna a vivere l’incubo Covid, con un lockdown che sembra non finire più. Dopo le restrizioni dei mesi passati a causa dell’aumento di contagio, la città cinese ripiomba nell’isolamento. Dopo una sola settimana dalla revoca delle restrizioni, attuata dopo il duro lockdown, ecco che arrivano nuove limitazioni per la popolazione. Per centinaia di migliaia di abitanti di Shangai, comunque, erano rimaste comunque restrizioni rigorose a causa della strategia “Zero Covid”. Ecco che adesso le autorità della megalopoli cinese hanno annunciato nuove limitazioni ancora più dure che riguarderanno ancora più distretti, con un nuovo lockdown e non solamente.
I cittadini saranno sottoposti a campagne di test di massa per altri sette distretti della città, oltre a quello Mihang che era ancora sotto misure restrittive. L’obiettivo è quello di fermare i contagi che sembrano essere in crescita nella città cinese. Nella giornata di ieri, la città – che conta 26 milioni di abitanti – ha fatto registrare 11 nuovi casi di contagio da coronavirus. Proprio per questo nel fine settimana, per otto distretti della città – dunque per circa 15 milioni di persone – si prospettano test Covid e ancora lockdown. Finiti i test, verranno attuate restrizioni per i distretti in cui verranno accertati i casi.
Shangai, lockdown: si torna alle misure restrittive
Come riporta l’agenzia Xinhua, si parla di 30 nuovi casi confermati di trasmissione locale da Covid-19 in tutta la Cina, sei dei quali a Shanghai. Si registrano poi 43 casi di asintomatici, di cui cinque proprio nella megalopoli da 26 milioni di abitanti. Nonostante dunque i numeri restino piuttosto bassi, la Cina sceglie di continuare con il pugno duro, soprattutto la città di Shangai, che già nei mesi scorsi aveva attuato misure al limite della legalità, con lockdown che impedivano persino di uscire per fare la spesa e droni che controllavano che gli abitanti rimanessero nelle proprie case.
Come ha spiegato Giuliano Noci, prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, “la Cina ha sempre praticato nei confronti del virus una politica del tutto diversa da quella occidentale, non basata sui numeri di contagi effettivi, ma sul tentativo di impedire ogni possibile contagio, la cosiddetta tolleranza zero”. Una politica che non ha portato i frutti sperati “ma che le autorità cinesi non potevano ammettere davanti al loro popolo e al mondo”. Come ha poi spiegato: “Bisogna tenere conto che la Cina ha sempre perseguito una politica diversa da quella occidentale in merito al Covid, la cosiddetta politica di tolleranza zero. Essa prescinde dal numero di casi di contagio effettivo e vive di un principio sbandierato dal partito come il motivo del successo cinese rispetto al mondo occidentale”. Adesso, dopo la fine delle misure restrittive, ecco che torna l’incubo lockdown.