I casi di peste suina a Roma aggravano l’emergenza cinghiali del Lazio, ma non fanno scattare alcun allarme per quanto riguarda il consumo della carne, anche se comunque potrebbe avere ripercussioni sulla filiera suinicola. A rassicurare è Aldo Grasselli, presidente onorario della Società italiana di Medicina veterinaria preventiva (SimeVep). «Al momento no», ha risposto all’AdnKronos quando gli è stato chiesto se vi sia un allarme per i consumatori di carne di maiale e prodotti collegati. In un allevamento della zona rossa di Roma, infatti, sono stati registrati i primi due casi di maiali contagiati dalla peste suina. «Sicuramente è un danno economico per gli allevatori del settore», ha osservato.
Quando, invece, gli è stato chiesto se i casi potrebbero aumentare, con un conseguente caro prezzi per la carne, Grasselli ha ammesso: «È probabile una ripercussione sulla filiera e quindi anche sui prezzi al dettaglio». I capi relativi al piccolo allevamento familiare di maiali, all’interno della zona perimetrata, comunque sono stati «abbattuti dal servizio veterinario della Asl». L’assessorato alla Salute della Regione Lazio, tramite i suoi canali social, ha infatti confermato che «erano stati rilevati due casi di positività nella giornata di ieri». Dunque, «continua l’attività di monitoraggio da parte delle Asl».
RICCIARDI “FOCOLAIO SAREBBE DISASTROSO…”
Resta cauto Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. «Quando ci sono episodi epidemici come quello della peste suina che stiamo osservando in alcune aree del Paese, è necessario intervenire subito perché un eventuale allargamento del focolaio sarebbe disastroso sia per la salute, umana e animale, sia per l’economia», ha dichiarato all’AdnKronos Salute. Riguardo le cause, Ricciardi ritiene che ciò che si sta verificando con la peste suina sia legato «alla perdita di controllo ambientale del territorio, in particolar modo per quanto riguarda i cinghiali, specie selvagge ma che possono avere contatti stretti con gli allevamenti». Infine, Ricciardi ha sottolineato la necessità di abbattimenti di maiali in caso di infezioni e del controllo dei cinghiali, perché «una proliferazione incontrollata dei cinghiali in aree urbane e soprattutto vicino agli allevamenti è pericolosa per la salute umana e per quella degli animali».