Secondo un documento non “Top secret” circolante alla Nato in questi giorni in occasione del vertice dei titolari della Difesa, la guerra fra ucraini e russi dovrebbe proseguire fino al 2023. Due sono infatti gli scenari delineati sul documento, a cominciare dal primo, quello ottimistico, che vede un cessato il fuoco imminente, il prossimo agosto. L’altro scenario, decisamente più probabile come sottolinea il quotidiano Repubblica, vede invece un conflitto ancora duraturo, con un confine temporale spostato appunto all’anno che verrà.
A corroborare tale tesi, sempre come riporta il documento della Nato, il fatto che le truppe russe stiano avanzando solo di circa 500 metri al giorno, di conseguenza stiamo assistendo ad una guerra lunga e logorante, per certi versi simile alla prima guerra mondiale che durò tre anni, fra il 1915 e il 1918. Proprio per questo le nazioni dell’occidente hanno deciso di incrementare la fornitura di armi a Kiev, alla luce del fatto che il conflitto dovrebbe perdurare ancora diversi mesi. «Gli Alleati della Nato – le parole del segretario generale Jens Stoltenberg al termine del summit di cui sopra che si è tenuto a Bruxelles – hanno offerto all’Ucraina aiuti senza precedenti e hanno annunciato maggiore assistenza che comprenderà armi pesanti e sistemi ad ampio raggio».
GUERRA IN UCRAINA FINO AL 2023, IL DOCUMENTO DELLA NATO: POSSIBILI TENSIONI IN RUSSIA
Una guerra lunga e logorante ovviamente non è nemica solo dell’Ucraina ma anche e soprattutto della Russia, che pare stia facendo ricorso a dei proiettili e razzi addirittura di progettazione sovietica, tutt’altro che precisi. Inoltre, se la battaglia come sembra dovesse proseguire anche durante l’estate, affrontando il gelido autunno e inverno ucraino, il Cremlino dovrà fare ricorso ai ragazzi di leva, una opzione che potrebbe creare non poco malumore all’interno della stessa Russia.
Alla luce di tale prospettiva, gli alleati stanno procedendo con il trasferimenti di armi in Ucraina, Italia compresa: «Stiamo facendo la nostra parte – ha spiegato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini – sulla base delle decisioni prese insieme. Abbiamo accresciuto il nostro contributo operativo, come stiamo già dimostrando partecipando alle misure di rafforzamento della presenza sul fianco est».