Terribile attacco a due chiese cristiane in Nigeria: la zona nordest del paese è stato scenario di una strage. Secondo quanto riportano i testimoni e i maggiori media esteri, uomini armati hanno fatto irruzione durante le celebrazioni domenicali nella chiesa battista Maranatha e in quella cattolica St. Moses di Rubu, nello Stato di Kaduna. Le barbarie non si sarebbero fermate qui. AciStampa parla di più di 30 fedeli (quasi tutti della Congregazione Battista) rapiti. I testimoni affermano che gli assalitori hanno colpito anche quattro villaggi della stessa zona, incendiando diverse case, prima di darsi alla fuga. Al momento non si conoscono gli autori dell’attacco, che, stando Reuters, conta almeno 50 morti, tra cui donne e cinque bambini. La polizia dello stato di Ondo sta indagando sul crimine avvenuto.
“È così triste che mentre si svolgeva la Santa Messa, degli uomini armati hanno attaccato la Chiesa cattolica di San Francesco, lasciando molti morti e molti altri feriti, violando del tutto la Chiesa”, ha detto il portavoce della Chiesa cattolica in Nigeria, il reverendo Augustine Ikwu.
Nigeria, le dure parole del vescovo contro le autorità
Intanto i funerali di stato per le vittime dell’attacco alle chiese in Nigeria si sono svolti venerdì presso la chiesa cattolica di San Francesco, a Ondo. Secondo quanto riferisce Al-Jazeera, le bare erano cosparse di fiori, e una aveva anche un paio di stivali in memoria di uno dei poliziotti uffici. I sopravvissuti all’attentato hanno detto che gli aggressori hanno sparato proiettili in un attacco durato 30 minuti. Nessuno ha rivendicato il crimine, ma stando al consiglio di sicurezza nigeriano, dietro potrebbe esserci la mano del gruppo armato Boko Haram che ha condotto una ribellione decennale nel nordest della Nigeria.
Dure le parole del vescovo Jude Arogundade della diocesi di Ondo, che ha accusato le autorità nigeriane di aver fatto “vacue promesse” per trovare gli assassini. “In questo paese c’è solo vergogna. Si parla e basta, non ci sono fatti”, ha detto il vescovo, esortando coloro presenti al funerale a “rivendicare il Paese da chi lo sta distruggendo”.