In occasione dei 40 anni di Radio Deejay, uno dei conduttori storici, Linus, ha rilasciato un’intervista sulle pagine di Libero. “Nella mia vita le uniche due cose che sono rimaste sempre uguali sono proprio la passione per la radio e questa radio in particolare. Perché, sì, il mestiere è sempre quello, ma il “paesaggio” attorno è ogni volta diverso e bellissimo. Negli anni 70 c’era una certa musica e un certo modo di fare, e così è poi stato per gli anni 90 e 2000” ha dichiarato il deejay e direttore artistico della radio, che si riunirà a Milano il 25 e 26 giugno per celebrare il traguardo raggiunto.
Nonostante l’amore per il suo lavoro, Linus non vorrebbe mai che i suoi figli facciano il suo stesso mestiere: “Non voglio che mio figlio faccia il deejay. Perché conosco l’ambiente: è un mondo pieno di tentazioni e di valori artefatti. Guarda, sarei più contento se facesse un lavoro completamente diverso dal mio. Il più piccolo è bravissimo a mettere i dischi e sta già facendo qualcosa in giro. Questo però vuol dire confrontarsi ogni volta con il fatto di essere “figlio di” o “nipote di”: capisci che è pesante”.
Linus: “Achille Lauro e i Maneskin…”
Nell’intervista a Libero, Linus ha parlato anche degli artisti del panorama musicale attuale, lanciando una frecciata ad Achille Lauro e ai Maneskin: “Purtroppo sembra che l’immagine sia più importante dei contenuti e qualche volta lo è. Per esempio, Achille Lauro si è forse un po’ perso per strada perché ha dato più importanza alla confezione che non alla ricerca artistica. So che ora lui mi menerà, ma lo dico con grande affetto nei suoi confronti. Lo stesso vale per i Maneskin. Per ora il loro repertorio è fatto di alcune buone canzoni ma non hanno ancora dimostrato di sapere comporre un brano all’altezza della loro popolarità. Certo, sono ancora giovani, hanno tempo per crescere, a livello tecnico sono bravi e la loro presenza scenica è strepitosa, ma per durare nel tempo devi avere anche qualcosa di importante da dire”.
Se Linus deve invece dire un nome di qualcuno che farà strada, va sul sicuro: “Blanco. Se penso all’età e a tutto quello che ha fatto in un anno… È stato fantastico. Ora però lui e le persone che lo circondano devono restare lucidi perché il pericolo è inflazionarsi. Il mio consiglio sarebbe di fermarsi e di tornare tra un anno con una versione 2.0 di se stesso”.