L’OMELIA DELLA COPPIA GAY NELLA CHIESA DI CHICAGO
Sta facendo scalpore e montando polemiche negli States la Santa Messa con omelia tenuta da una coppia gay nella chiesa di San Patrizio, diocesi di Chicago: il parroco ha infatti permesso alla coppia di omosessuali sposata di tenere l’omelia centrale della celebrazione eucaristica per la recente Festa del Papà.
«In tutta onestà», spiegano i due “concelebranti” nel video diffuso da CatholicVote su YouTube all’inizio dell’omelia, «se ci avessi detto da ragazzi – che abbiamo sprecato innumerevoli ore della nostra vita in chiesa cercando di allontanare i gay – che un giorno saremmo stati di fronte a tutti voi, nella nostra Chiesa cattolica, a parlare della nostra famiglia nella Festa del Papà, non ti avremmo mai creduto». La coppia ha poi sottolineato, rivolgendosi all’intera comunità e non più solo al loro sacerdote «con questo in mente, se c’è qualcuno che guarda oggi che potrebbe trovarsi in un posto simile nella loro vita, ascolti attentamente per i prossimi minuti, perché spero di mostrargli qualcosa che migliorerà di molto la propria vita». I due sposi gay riportano poi il passaggio del Miracolo della Moltiplicazione dei pani e dei pesci del Vangelo e concludono: «Oggi abbiamo ascoltato il Vangelo dove Gesù sfamò le masse con cinque pani e due pesci. Chiaramente un miracolo. Qualcosa di inspiegabile, inaspettato e veramente meraviglioso. Dove qualcosa che è iniziato in piccolo è diventato un’enorme benedizione». Per la coppia gay, il viaggio intrapreso verso la paternità «è stato segnato da una serie di eventi che sono iniziati in piccolo ma sono diventati enormi benedizioni».
MESSA “GAY FRIENDLY”, PROTESTE CONTRO LA DIOCESI (CHE LE RESPINGE)
Secondo quanto emerso nelle forti proteste scatenate contro la Diocesi di Chicago, e in particolare contro il vescovo Blaise Cupich, la stessa Diocesi cattolica si è rifiutata di condannare l’omelia tenuta da una coppia gay nel giorno della Festa del Papà.
Il vescovo di Chicago non è però nuovo alle proteste all’interno della Chiesa in quanto rappresenta da anni ormai l’ala più “progressista”, capofila in Conferenza Episcopale Usa della linea più “permissiva” su temi come aborto, comunione, eutanasia e, per l’appunto, matrimoni gay (con adozioni). «Non fa parte della politica della mia diocesi negare la comunione o il funerale cattolico a persone che si trovano in un’unione omosessuale», diceva nel 2018 in risposta alla forte critica sollevata da un altro vescovo (Thomas Paprocki, vescovo di Springfield) in merito ai matrimoni gay. In diverse altre occasioni non ha nemmeno contestato la possibilità di poter avere figli per coppie gay, fino all’ultima polemica in queste ore per quella omelia tenuta nella Chiesa di Chicago proprio per la Festa dei Papà. Di recente dal Vaticano sono arrivate alcune risposte “indirette” alle vicende legate tra Chiesa e omosessualità: il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, ha riaffermato quanto sostiene la Dottrina della Chiesa, «Ci sono ancora persone che non possono avere piena partecipazione alla vita della Chiesa, ma questo non significa che non devono essere accompagnate da noi e dalle parrocchie. Noi accompagniamo tutte le persone». Come a dire, il fatto di sostenere che il matrimonio religioso sia tra uomo e donna, così come un bambino ha diritto ad essere educato in una famiglia con un padre e una madre, non significa né discriminare né escludere dalla vita della Chiesa i fedeli omosessuali. È lo stesso Papa Francesco che nell’Udienza Generale dello scorso 26 gennaio invitava esplicitamente i genitori a «non condannare i figli gay» e anzi ad «aprirsi al dialogo con Dio». Di ritorno dal Viaggio Apostolico in Slovacchia nel settembre 2021, in aereo il Papa espresse con fermezza la sua linea: «il matrimonio è un sacramento, la Chiesa non ha potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Ci sono leggi che cercano di aiutare le situazioni di tanta gente che ha un orientamento sessuale diverso. È importante, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza di eredità, salute, ecc, non solo per gli omosessuali, ma per tutte le persone che vogliono associarsi». Ancora Francesco concluse aggiungendo come «Questo non vuol dire condannarli, sono fratelli e sorelle nostri, dobbiamo accompagnarli. Ci siano leggi civili, per le vedove ad esempio, che vogliano associarsi con una legge per avere servizi… C’è il Pacs francese, ma niente a che vedere con il matrimonio come sacramento, che è tra un uomo e una donna. Delle volte creano confusione. Sono fratelli e sorelle, tutti uguali. Il Signore è buono, vuole la salvezza di tutti, ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tante persone di orientamento omosessuale si accostano alla penitenza, chiedono consiglio al sacerdote, la Chiesa li aiuta, ma il sacramento del matrimonio è un’altra cosa».