Cyrille Cohen, immunologo e consulente Covid del governo di Israele, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “Il Fatto Quotidiano”. L’argomento della conversazione è stato rappresentato, naturalmente, dalla pandemia di SARS-CoV-2 con l’esperto che ha esordito così: “Un vaccino aggiornato a Omicron potrebbe risolvere i problemi in autunno, ma il punto è che non sappiamo quale variante sarà dominante in quella stagione. Se sarà ancora Omicron bene, ma se fosse una nuova e diversa rischieremmo di dovere ripartire daccapo. In ogni caso, il vaccino aggiornato sarà utile per le fasce vulnerabili”.
Secondo Cohen, il vaccino originale è ancora efficace nel prevenire la malattia grave, anche in questa fase di prevalenza Omicron, ma ad oggi è difficile dire se nei prossimi tre mesi quest’ultima sarà soppiantata da una nuova variante. Quanto allo studio pubblicato su “Scientific Reports”, che parla di un aumento del 25% in Israele delle chiamate di emergenza legate a eventi cardiaci negli under 40, l’immunologo ha tenuto a precisare che “le telefonate non sono una diagnosi e, inoltre, sembra che il 59% delle persone che hanno chiamato non fosse vaccinato”.
COHEN: “NON SAPPIAMO FINO A CHE PUNTO DURERÀ LA PROTEZIONE DALLA MALATTIA”
Lo Sheba Medical Center e l’Università di Gerusalemme hanno detto che l’incidenza di miocardite e pericardite nei guariti dal Covid non è maggiore di quella rilevata nella popolazione che non ha avuto contatti con il virus, ma Cohen ha ricordato su “Il Fatto Quotidiano” che “si tratta di una fase post ondata, non di una fase acuta. Lo stesso studio dice anche che ‘l’incidenza di miocardite e pericardite è aumentata nei pazienti con Covid-19 durante la malattia acuta’”.
La quarta dose, al momento, “non sembra che faccia una grande differenza per i più giovani. Essa è disponibile per tutti coloro che vogliono farla, ma è sicuramente raccomandata per le persone con più di 60 anni e con comorbidità. Inoltre, non bisogna dimenticare che la maggior parte degli israeliani è stata esposta a Omicron. Non ha senso vaccinarsi se si è guariti da poco“. Ma perché un soggetto guarito (vaccinato o non vaccinato) dovrebbe vaccinarsi? “Perché non sappiamo fino a che punto durerà la protezione dalla malattia, esattamente come per il vaccino – ha concluso Cohen –. Stiamo anche assistendo a reinfezioni, soprattutto con le ultime varianti, con percentuali che oscillano tra il 5 e il 15%. L’immunità naturale è abbastanza efficiente, ma per le persone vulnerabili è comunque utile un vaccino”.