Mancano ancora otto mesi, ma già si trova un motivo per parlare di Sanremo. L’immarcescibile Amadeus, che dopo essersi fatto molto pregare aveva accettato di ripresentare il Festival di Sanremo gestendo – ahinoi – anche la direzione artistica, ha annunciato che a condurre la prima e l’ultima serata sarà l’influencer Chiara Ferragni.
Lo hanno già rilevato in molti, ma giova ripeterlo: Amadeus incarna l’immagine dell’uomo comune, che non incute soggezione, che ha un vocabolario assai limitato, che non ha pensieri autonomi se non assolutamente generici, e come presentatore è sempre molto scrupoloso nel leggere diligentemente il “gobbo”.
Le sue doti di re dell’ovvio sono apparse evidenti anche nelle sue scelte di direttore artistico, sempre pronto a seguire l’onda, ad apprezzare ciò che piace di più al momento.
Va di gran moda la fluidità sessuale? E allora vai con le modeste performance artistiche di Achille Lauro e dei Maneskin. Premiati anche in Europa, ma questo non vuol dire nulla. Se non che il livello del gusto musicale europeo si è corrotto al livello di quello italiano.
Aveva scritto bene un mio buon amico, noto arrangiatore, sotto pseudonimo: “Non era male l’arrangiamento dei Maneskin. Ma un secondo accordo non avrebbe sfigurato”.
In questo clima in cui l’ovvio trionfa ovunque, poteva mancare come co-presentatrice la bella e furba influencer Ferragni, che tra l’altro porta in dote i suoi quasi 24 milioni di follower? Per la gioia degli sponsor e della stessa Ferragni, che potrà accrescere la sua popolarità anche tra i genitori dei suoi seguaci.
Per carità, trattandosi di un festival di canzonette, può trattarsi sicuramente di una scelta azzeccata. Ma non va dimenticato che però l’evento si svolgerà in un momento in cui i più avveduti analisti sono preoccupati si possano verificare addirittura in diversi Paesi d’Europa delle sommosse per il pane e per il costo dell’energia. Motivo per cui non si comprende bene che c’azzecca l’ostentazione del lusso tipico della Ferragni con la costante crescita della povertà assoluta e relativa della popolazione italiana. Vuoi vedere che con tutta probabilità si inventeranno qualche raccolta fondi strappalacrime?
Chiara e Amadeus c’azzeccano assai di più con quanto denunciato da Save the Children: che il 51% degli adolescenti non è in grado di comprendere un testo scritto. Essi sono quindi adattissimi a questo pubblico, ai quali occorre rivolgersi con gusti di grana grossa e una forma di conversazione molto basica.
Del resto questo è il frutto della rincorsa all’audience. Se è ignorante, invece che cercare di alzarne un po’ il livello, la si insegue sul suo terreno. In questo, tutta la tv, Rai inclusa, si è incamminata da tempo su una strada di gaglioffaggine che, se è uno specchio del Paese – come si suol dire -, non può che far disperare chi ritiene che i giovani siano il nostro futuro.
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