Nel Parlamento di Kiev è passata la legge che vieta in Ucraina musica, concerti e videoclip russi, ma anche la distribuzione di libri prodotti in Russia. Manca la firma del presidente Zelensky, ma questo disegno di legge che mette al bando la cultura russa e sa di censura dei libri russi fa discutere. Prevede anche che il 40% dei libri delle biblioteche e il 75% dei programmi radio e tv siano in lingua ucraina. Per Iryna Konstankevych, docente di letteratura ucraina e deputata, membro della Commissione cultura della Rada che ha elaborato la legge, non vuol sentire parlare di censura. «Tolstoj e Dostoevskij? Non mi risulta siano cittadini della Federazione di Putin, basta che li pubblichi un editore ucraino», precisa al Corriere della Sera. Poi ammette: «Però magari metteremo qualche titolo in cantina». Per difendere la proposta spiega che nell’80% delle biblioteche ucraine ci sono solo testi russi, molti dei quali dei tempi sovietici.
«Devono essere sostituiti da autori ucraini ed europei. Formeremo una commissione per stabilire dei criteri, ma abbiamo il dovere di difendere il nostro spazio culturale». Questo perché il presidente russo Vladimir Putin non ha invaso l’Ucraina solo territorialmente, ma anche dal punto di vista culturale. Ma rispondere limitando gli autori russi suona come una risposta errata. «Censura? Forse, ma mi creda, l’Ucraina è un Paese democratico. Quando le armi taceranno questa legge scomparirà. Ne sono certa. Adesso, diciamo, è un provvedimento di emergenza nazionale», aggiunge Iryna Konstankevych al Corriere.
“CENSURA LIBRI RUSSI? DOBBIAMO DIFENDERCI…”
Mentre i soldati ucraini provano a respingere le truppe russe, il Parlamento a Kiev cambia i libri nelle biblioteche, promuovendo la censura dei libri russi. «Nei territori occupati dalla Russia, in Donbass o a Kherson sono già arrivati i libri delle elementari in cui la parola Ucraina non esiste più. Noi dobbiamo difenderci», avverte Iryna Konstankevych al Corriere della Sera. E questo vale anche a livello culturale. «La nostra società è stata a lungo esposta alla macchina propagandistica putiniana. L’abbiamo capito tardi, ma adesso basta». Quindi, ci sarà una commissione e solo i libri anti ucraini andranno in magazzino. Quindi, rilancia: «E poi, perché l’Ucraina che vuole essere europea deve avere in biblioteca solo russi? Non dobbiamo avere anche Goethe, Shakespeare, Balzac e Dante?».
Per Oxana Pachlovska, docente di letteratura ucraina alla Sapienza di Roma, si tratta di riconoscere le matrici ideologiche degli autori, non censurarli. «Noi sappiamo cos’era la censura sovietica. Allora non potevi scrivere di pioggia perché apparivi triste – le sue parole al Corriere –. Ora l’Ucraina cerca solo di svincolarsi dall’ideologia imperiale russa, omologante ed espansionista. E ha tutto il diritto di farlo».