TIPOLOGIA B1, PRIMA PROVA MATURITÀ 2022: TRACCIA SVOLTA, ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
Liliana Segre espone alcune sue considerazioni personali che evidenziano il duplice aspetto della discriminazione – istituzionale e relazionale – legata alla emanazione delle “leggi razziali”; inquadra i ricordi della senatrice nel contesto storico nazionale e internazionale dell’epoca, illustrando origine, motivazioni e conseguenze delle suddette leggi. Esprimi le tue considerazioni sul fenomeno descritto nel brano anche con eventuali riferimenti ad altri contesti storici. Argomenta le tue considerazioni sulla base di quanto hai appreso nel corso dei tuoi studi ed elabora un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso. QUI IL DISCORSO IN TRACCIA B1 E LE DOMANDE D’ESAME
MATURITÀ 2022, TRACCIA SVOLTA B1: SEGRE E LE LEGGI RAZZIALI
Nel testo riportato, Liliana Segre racconta l’esperienza dell’espulsione dalla scuola in seguito alla leggi razziali del 1938. All’interno del brano si possono individuare due sequenze: nella prima vengono ricordate le soluzioni trovate dai genitori di Liliana per permettere alla figlia di continuare a studiare e le reazioni della giovane in seguito all’espulsione. Nella seconda parte invece l’autrice si concentra su un’altra conseguenza delle leggi razziali, ovvero l’allontanamento della maggior parte degli amici di famiglia, qui riportato grazie all’immagine del telefono che smette di suonare. Al posto delle telefonate di persone care, molte volte la famiglia Segre riceve telefonate anonime cariche di odio. In seguito a questi episodi, Liliana ha imparato a tenere in grande considerazione gli amici veri, quelli che restano anche nelle difficoltà, e ricorda con dolore l’ipocrisia di chi, a guerra finita, le chiedeva perché non si fosse più fatta sentire. Il testo si conclude con la similitudine tra le leggi razziali e un gioco crudele tra bambini.
L’espulsione da scuola è considerata grave e assurda perché, oltre a essere improvvisa, priva Liliana e gli altri studenti ebrei italiani sia della possibilità di istruirsi sia della socializzazione con i coetanei, togliendo loro alcune delle attività tipiche dell’infanzia e della giovinezza. Le leggi razziali sono paragonate al gioco del “bambino invisibile” perché è un parallelismo particolarmente efficace: infatti, come nel gioco infantile “l’invisibilità” della vittima, solitamente il bambino più piccolo, è improvvisa e immotivata, così sono state le leggi contro gli ebrei del 1938. I sensi di colpa provati da Liliana rispetto alla situazione che stava vivendo sono dovuti al fatto che nessuno le aveva spiegato il motivo per cui non poteva più andare a scuola, perciò la giovane era portata a pensare che la causa dell’espulsione fosse legata a un suo comportamento sbagliato.
L’antisemitismo è un fenomeno che affonda le sue radici indietro nel tempo, ma tra Otto e Novecento viene impiegato da alcune nazioni europee per rafforzare le posizioni nazionaliste. Dopo la Prima Guerra Mondiale, è la Germania nazista a fare dell’antisemitismo una colonna portante della propria ideologia, dal momento che Hitler, già prima della sua ascesa, aveva individuato negli ebrei una delle principali minacce per la “razza ariana” e la nazione tedesca. È proprio l’avvicinamento alla Germania, dovuto alla perdita di prestigio internazionale in seguito alla Guerra d’Etiopia, che porta il fascismo a promulgare le leggi razziali nel 1938, il cui scopo era quello di escludere dalla società elementi che, secondo il regime, non erano italiani a pieno titolo; a livello pratico, l’attuazione di questi provvedimenti si tradusse con l’esclusione degli ebrei da tutti gli ambiti della sfera pubblica. Tuttavia, come dimostrato dalla testimonianza di Liliana Segre, l’esclusione non riguardava esclusivamente la vita pubblica, dal momento che si era creato un clima tale per cui la frequentazione di ebrei era stigmatizzata. Questa è una caratteristica tipica dei regimi totalitari che, per mantenere il controllo sulla popolazione, forniscono dei modelli sociali molto rigidi fondati sull’esclusione di alcune categorie di individui e sulla creazione di un clima di diffidenza che porta inevitabilmente all’isolamento dei singoli. È chiaro che questo sia una minaccia molto grave per una società libera, prospera e solidale verso tutti i propri componenti.