E’ cominciato il terribile festival di Yulin in Cina, dove vengono commerciati cani e carne degli stessi. La polizia è riuscita a salvare 386 animali che erano destinati al macello, ma si tratta solamente di una parte infinitesimale rispetto al totale di cuccioli coinvolti, che sarebbero migliaia. Le forze dell’ordine di Shaanxi, come riferisce il Corriere della Sera, hanno intercettato un camion che stava trasportando i 386 cani di cui sopra verso il loro destino crudele: gli animali sarebbero stati infatti uccisi, quindi sezionati e serviti come cibo ad una kermesse, «Festival del litchi e della carne di cane», che nonostante la disumanità e la condanna internazionale, continua ad attrarre un sacco di appassionati.
Vista la condanna unanime nei confronti di questi eventi, il consumo di carne si è molto limitato in Estremo Oriente, ma permangono ancora le vecchie abitudini, e anche se eventi sporadici bastano per condannare a morte migliaia di animali. A complicare ulteriormente la situazione, oltre alla disumanità, il fatto che questi luoghi siano un potenziale ricettacolo di virus e batteri, visto che le norme igienico-sanitarie sono praticamente a zero, e la memoria va in questo caso al famoso wet market di Wuhan, dove potrebbe essere stato diffuso il covid. «È stato orribile vedere così tanti cani in uno stato così spaventoso — racconta a Humane Society International l’attivista Lin Xion, che era presente sul posto al momento del sequestro del camion con 386 cani — probabilmente si trovavano sul camion da giorni, disidratati e affamati, molti di loro visibilmente feriti e malati. Potevamo vedere i loro volti pietrificati dietro le sbarre delle gabbie e sapevamo che erano diretti ai macelli di Yulin dove sarebbero stati uccisi a bastonate».
FESTIVAL CARNE DI CANE CINA: “IL MASSACRO E’ UNA VERGOGNA DELLA CINA”
E ancora: «Il massacro legato al consumo della carne di cane getta vergogna sul nostro Paese e quindi continueremo a lottare finché non vedremo la fine di questa sofferenza». Peter Li, specialista in politica cinese di Human Society International, aggiunge: «Senza l’intervento della polizia questi cani avrebbero incontrato la morte in un macello di Yulin. Oltre a essere un incubo per gli animali, questa manifestazione, alimentata per la gran parte da ladri di cani, è in chiaro contrasto con le misure adottate nel Paese per prevenire la diffusione del Covid».
Dietro questi wet market (i mercati bagnati, in quanto il sangue scorre a fiume a questi eventi, cadendo per terra) vi sono delle vere e proprie organizzazioni che rubano i cani ai privati, prelevandoli dai giardini delle abitazioni o addirittura togliendoli con forza alle persone.