Torna d’attualità il cosiddetto “ItalyGate”, dopo che si era diffuso all’indomani delle elezioni americani del novembre del 2020, in cui si puntava il dito nei confronti dell’Italia, accusandola di aver preso parte ad un piano complottistico, per far cadere Donald Trump in favore del suo avversario, Joe Biden. L’ex tycoon aveva realmente il sospetto che il nostro Paese avesse tramato alle spalle, al punto che fece fare un’indagine nei confronti della nostra nazione, e la conferma si è avuta nella giornata di ieri, in occasione dell’udienza pubblica della commissione parlamentare sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
Christopher Miller, ex capo del Pentagono, è stato chiamato a testimoniare davanti alla Commissione, ed ha detto che Mark Meadows, l’allora capo di gabinetto della Casa Bianca, chiamò l’addetto militare degli Stati Uniti a Roma per indagare sulla voce secondo cui i satelliti italiani avevano trasferito dei voti da Trump a Biden. Richard Donoghue, ex numero due del ministero della giustizia, ha definito tale voce una “pura follia”.
ITALYGATE, TRUMP FECE INDAGARE L’ITALIA: DITO PUNTATO ANCHE VERSO LA LEONARDO
Jeffry Rosen, attorney general ad interim, anch’egli chiamato a deporre nella quinta udienza pubblica in merito al processo riguarda il famoso assalto a Capitol Hill del gennaio del 2021, ha spiegato che l’ex commander in chief Donald Trump era così frustrato dalla sconfitta contro Biden, che secondo lui era giunta a seguito di brogli elettorali, che tentò di far fuori lo stesso Rosen, sostituendolo con un «compiacente» dirigente dello stesso dipartimento, di modo che potesse realmente indagare sul presunto complotto tutto italiano. Tale teoria, come spesso e volentieri avviene in questi casi, aveva ottenuto una certa eco, e vedeva fra gli attori coinvolti anche la multinazionale tricolore Leonardo, che si occupa di satellite, ma anche armamenti, pronta a complottare, ovviamente fatti totalmente infondati, alle spalle dell’ex uomo più potente della terra.