C’è un giudice a Berlino. Anzi a dire il vero i giudici stanno spuntando un po’ dappertutto in Europa. Ma il primo vive davvero dalle parti della Porta di Brandeburgo, si chiama Christian Lindner e di mestiere fa il ministro delle Finanze di uno staterello che fa parte dell’Unione europea chiamato Germania.
È stato questo signore che, tra le altre cose, pur essendo liberale, sta in una coalizione semaforo con socialisti e Verdi, ha detto papale papale che il Governo tedesco non accetterà i piani dell’Unione europea per vietare la vendita di nuove auto con motori a combustione a partire dal 2035.
Lindner non ha perso tempo a criticare il Fit for 55 approvato dal Parlamento europeo. E non ha detto che le auto elettriche fanno schifo, anzi ha affermato che la Germania continuerà adessere un leader di mercato per questi veicoli. Ha solo detto che il Governo tedesco non accetterà di ratificare il provvedimento voluto dalla Commissione europea. Sdeng!
Altri “giudici”, un po’ meno coraggiosi, hanno alzato il ditino in questi giorni, a cominciare da quello italiano, ma sono stati un po’ più morbidi. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, sostenuto da quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che l’Italia, insieme a Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia, porteranno al Consiglio europeo della prossima settimana una proposta, naturalmente articolata, per far slittare di cinque anni il bando ai motori a benzina e diesel. Insomma, questi Paesi vorrebbero arrivare al bando e alle zero emissioni nel 2040, mentre nel 2035 la riduzione dovrebbe fermarsi al 90%.
Il ministro Cingolani ha anche osato dire anche la verità, ovvero che la nostra industria è basata sui motori endotermici e una svolta così repentina ci consegnerebbe con le mani legate alla mercé della Cina che non sa fare motori diesel e benzina (anche se continuerà a venderli sine die), ma si è accaparrata le materie prime per fare le batterie che dovranno comperare gli europei. Quello che il ministro non ha osato ancora dire è che tutti i politici stanno facendo i conti senza l’oste: i clienti, gli automobilisti che dovrebbero dal 2035 acquistare solo auto totalmente elettriche. Basta vedere le previsioni inviate a Bruxelles dall’Italia nel gennaio 2020 con il Pniec, Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, oggetto, come si legge nel sito del ministero “di un proficuo confronto tra le istituzioni coinvolte, i cittadini e tutti gli stakeholder”.
In quel documento ufficiale i tecnici del ministero avevano avuto il coraggio di sognare e avevano previsto 2 milioni di auto plug e 4 milioni di elettriche sulle strade italiane nel 2030. La realtà è un pochettino diversa: in Italia all’inizio di quest’anno circolavano 253.514 auto elettriche e 124.570 sono ibride plug-in. Per i prossimi nove anni dovremmo immatricolare 420 mila auto elettriche e 208 mila plug in all’anno per raggiungere l’obiettivo (nel 2021 ci sono state 1,4 milioni di auto nuove immatricolate). Certo le vendite delle auto a batteria sono raddoppiate ogni anno dal 2017 a oggi e nel 2021 ne sono state vendute 67 mila. Ma, anche senza tener conto di quante di queste vetture a batteria sono finite nelle flotte aziendali o della Pubblica amministrazione, basta vedere che tipo di auto elettriche sono state vendute lo scorso anno per capire che senza un salto tecnologico vero i numeri del Pniec resteranno un sogno.
Complessivamente nel 2021 le auto elettriche hanno raggiunto una quota di mercato del 4,6%, ma questa cifra scende al 2,8% tra le utilitarie, diminuisce ancora al 2,1% tra le medie e torna in media al 4,7% solo tra le medio-grandi. La percentuale di elettriche sale al 7,3% tra le auto grandi ed esplode al 13% tra le auto di lusso (praticamente solo Porsche Tycan che costa dai 140 ai 195mila euro). Questa quota delle auto di lusso è solo di poco inferiore alla percentuale elettrica tra le city car, numeri normali se si sommano gli acquisti privati con il car sharing e il noleggio. Alla fine, abbiamo scoperto l’acqua calda: le auto elettriche le comprano solo i ricchi e chi vuole girare in città. Ma i milionari, purtroppo, pesano poco dal punto di vista dei numeri e gli automobilisti che hanno la fortuna di avere un garage per ricaricare l’auto elettrica nelle megacity non sono poi così tanti. Tutti gli altri frenano più di Lindner e di Cingolani.
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