Dopo essersi offerto per la sperimentazione del vaccino anti Covid di Pfizer ha avuto pericardite e problemi epatici, ma la multinazionale americana nega ciò e, come se non bastasse, ha anche modificato le sue cartelle. Questa la denuncia di Augusto Roux, un avvocato penalista argentino che ha raccontato la sua storia a La Verità. Il 37enne ha ancora problemi epatici dovuti ad una risposta immunitaria esagerata del suo organismo al vaccino. Dopo due anni, nei quali ha perso 14 chili in quattro mesi perché non riusciva a mangiare, le sue condizioni di salute non solo non sono migliorate, ma non vede riconosciuti i suoi problemi. Nell’intervista Augusto Roux è partito dall’inizio, spiegando che non aveva nessuna malattia e che comunque fu sottoposto ad «un’infinità di analisi». La prima dose gli fu somministrata il 21 agosto 2020, ma non sapeva se aveva ricevuto vaccino o placebo. Gli effetti furono «nausea, malessere generale».
La seconda dose del vaccino Pfizer gli venne somministrata ad un intervallo inferiore dei 21 giorni previsti dal protocollo. «Appena arrivato a casa cominciai a sentirmi male. Febbre a 39, mi mancava il respiro, non riuscivo ad alzarmi dal letto. In bagno mi accorsi che l’urina era scurissima, poi svenni», ha raccontato Augusto Roux. Inoltre, ha spiegato di non essersi rivolto al pronto soccorso perché le ambulanze erano solo per i malati gravi. «Io non avevo la forza di uscire di casa. Non ero monitorato, nessuno venne a visitarmi. Il terzo giorno la situazione precipitò».
“UN ALTRO VOLONTARIO ERA MORTO…”
Fu ricoverato d’urgenza e gli venne diagnosticata «una forte infiammazione del pericardio». Poi venne dimesso perché «il rischio di infettarsi era altissimo» e lui era risultato negativo al Covid. Augusto Roux a La Verità ha aggiunto che sulla cartella clinica motivarono il suo malore con «alta probabilità di reazione avversa al vaccino anti Covid», anche se lui non sapeva se aveva ricevuto il vaccino Pfizer o il placebo. «Qualcuno passò questa informazione, violando il protocollo». Da Pfizer comunque non ebbe alcuna risposta alle sue chiamate. «Un medico del gruppo di sperimentazione mi disse che quella stessa notte venne ricoverato un altro volontario, e che era morto», ha rivelato Augusto Roux nell’intervista.
L’avvocato decise di sottoporsi privatamente ad esami epatici. Così scoprì «che avevo valori completamente sballati, problema che non fu evidenziato in ospedale. Per molto tempo fu impossibile tenere cibo nello stomaco. La pericardite passò dopo quattro mesi di febbre e tachicardia». Chiese la sua cartella di volontario nei trial Pfizer, ottenendola solo dopo un anno. «Ebbi la conferma che mi avevano iniettato vaccino, tutte due le volte, ma nella documentazione venne scritto che ero risultato positivo al Covid e che per questo ero stato tolto dal programma».
“EVENTI AVVERSI NON ENTRATI NEL SISTEMA”
Ma la cartella clinica dell’ospedale, che afferma di conservare ancora, afferma tutt’altro. «Ero negativo al test e avevo la avuto pericardite. Scomparve tutto, ogni correlazione con il vaccino». Ma non è neppure la cosa peggiore per Augusto Roux. «Inserirono nel mio fascicolo che presentavo problemi psicologici. A fare la diagnosi fu Fernando Polack». Si tratta di un pediatra direttore scientifico della Fundacion Infant, nonché principale ricercatore della sperimentazione Pfizer in Argentina, oltre che autore principale dello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine del 31 dicembre 2020 riguardante la sicurezza ed efficacia del vaccino anti Covid. Augusto Roux a La Verità ha assicurato di essere in possesso dei documenti che confermano ciò che dice e di aver denunciato le irregolarità al Dipartimento di Giustizia Usa, ma anche di aver inviato la sua documentazione all’Fda e all’Ema, senza però ricevere risposta. «Nemmeno i miei eventi avversi, segnalati al Vaers, sono entrati nel sistema. Di me si parla come del paciente desaparecido, scomparso». Alla luce della sua storia, l’avvocato argentino Augusto Roux lancia la sua pesante accusa tramite le colonne del giornale: «Se le sperimentazioni sono state condotte come nel mio caso, le ricerche cliniche servono a ben poco».