Con la diffusione sempre più massicci di Omicron 5, si stanno registrando molti casi, anche sintomatici, fra i positivi: cosa sta accadendo? A questo complesso quesito ha cercato di rispondere in maniera esaustiva il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano, già primario sempre di malattie infettive al Sacco di Milano: «I fattori in gioco sono diversi – racconta il noto camice bianco parlando con i microfoni del Corriere della Sera – ma è chiaro che il virus per l’ennesima volta ha “indovinato” la mutazione che gli permette di proseguire la sua corsa. Le virgolette sono d’obbligo perché la nascita di nuove varianti o sottovarianti è casuale. Sappiamo che Sars-CoV-2, essendo relativamente grande, non muta tantissimo: lo fa quanto basta per produrre ceppi che riescono a essere più performanti dal punto di vista della trasmissibilità. Non possiamo escludere che dopo BA.5 arrivino altre varianti ancor più diffusive. Auspichiamo che man mano il virus perda in aggressività, ma anche su questo non abbiamo una certezza assoluta».
E a proposito della capacità di infettare sia guariti quanto vaccinati, Galli spiega: «In assenza di dati scientifici, possiamo basarci sulle “sensazioni”, anche cliniche. Premesso che la stragrande maggioranza delle persone che si infettano non danno comunicazione di sé alla sorveglianza ufficiale, ma comunicano la propria condizione a parenti e amici, sembra di poter dire che con le sottovarianti di Omicron 4 e 5 ci sia un aumento di sintomatologia, non grave ma comunque di una certa portata. Un motivo è senza dubbio che, crescendo il numero di contagi, è più probabile statisticamente che emergano casi sintomatici. Ma il virus che circola oggi ha una patogenicità che non è minimamente paragonabile a quella delle prime ondate, quando in Italia abbiamo toccato i mille morti al giorno».
MASSIMO GALLI: “IN AUTUNNO SE CI VA BENE CODA DI QUESTA ONDATA…”
In merito invece ai sintomi provocati dalla sottovariante Omicron 5, Galli ha spiegato: «La sensazione è che c’è stata una fase in cui si sono ridotte le segnalazione di perdita di olfatto e gusto, ma ora stanno tornando. In altre fasi sono sembrati predominanti i dolori intensi, muscolari e lombari. Quello che stiamo vedendo adesso è un discreto impegno delle vie respiratorie, pur senza arrivare alla polmonite da Covid che abbiamo purtroppo imparato a conoscere».
Ma c’è il rischio che gli ospedalizzati tornino a crescere alla luce dei contagi in aumento? Galli non lo esclude: «Con un virus che infetta tantissime persone (BA.5 ha un R0 di 15, ovvero un soggetto ne infetta altri 15) aumenta ovviamente il numero delle persone sintomatiche e qualcuna percentualmente finisce in ospedale. I vaccini comunque continuano a proteggerci dalla malattia grave, nonostante un calo fisiologico di efficacia: è importantissimo completare quindi il ciclo vaccinale con la terza dose, la quarta per over 80 e immunodepressi». Secondo Massimo Galli il picco di questa andata dovrebbe verificarsi a luglio, «In autunno, se ci va bene, avremo la coda di Omicron 5. Ma può anche succedere che emergano nuove varianti». E in autunno potrebbe essere anche consigliata per tutti la quarta dose con i vaccini aggiornati contro Omicron: «Più che di quarta dose parlerei in questo caso di vaccinazione annuale con un prodotto sempre aggiornato, come avviene per l’influenza».