Corte Suprema blocca piano ecologico, “manca l’autorizzazione del Congresso”
La Corte Suprema blocca il piano ecologico di Biden, con una storica sentenza emanata giovedì. Tutto nasce da una causa intentata dal West Virginia a nome di altri 18 stati in larga parte repubblicani e di alcune compagnie carbonifere della nazione. I querelanti sostenevano che l’Environmental Protection Agency (l’agenzia per la protezione ambientale) non avesse il potere necessario per limitare le emissioni degli Stati, potere che le fu concesso dalla stessa Corte circa 15 anni fa, durante l’amministrazione Obama.
Ora la Corte Suprema è composta in buona parte da conservatori e giovedì la storica decisione di frenare il piano ecologico. Non è una battuta d’arresto completa, la Corte ha solamente definito che l’EPA non ha il potere necessario per prendere decisioni sulla totalità degli Stati; pertanto basterà che il Congresso le conceda il potere necessario. Si tratta, comunque, di una perdita significativa per Biden che si era candidato anche con la promessa di intensificare gli sforzi in materia ambientale e climatica, aderendo agli Accordi di Parigi ed impegnandosi a ridurre del 52% le emissioni di gas serra entro il 2030.
Corte Suprema blocca piano ecologico, per Biden è “devastante”
Di fronte alla scelta della Corte Suprema di bloccare il piano ecologico del Presidente, la sua risposta non è tardata ad arrivare. Biden l’ha definita una “decisione devastante”, ma ha anche promesso di riesaminare la decisione della Corte e che troverà altri modi per continuare a regolamentare i gas serra e l’inquinamento. Si tratta di una questione importante, perché gli Stati Uniti rappresentano da soli il 14% delle emissioni globali di gas serra e sono la seconda fonte mondiale (dopo la Cina) di inquinamento. I soli Stati querelanti, a quanto riporta la BBC, rappresentano il 44% delle emissioni degli Stati Uniti del 2018 e dal 2000 ad oggi avrebbero ridotto solamente del 7% le loro emissioni.
Insomma, il piano ecologico di Biden ha subìto una brutta battuta d’arresto, ma secondo alcuni analisti questo è un precedente rischioso. A dirlo è il professore di Diritto dell’Università di Chicago, Hajin Kim, sempre alla BBC, sostenendo che questa decisione conferisce enorme potere ai tribunali per prendere di mira i regolamenti scomodi semplicemente appellandosi al fatto che il Congresso non abbia autorizzato esplicitamente una determinata agenzia ad un qualche compito di controllo.