Le suore di Madre Teresa di Calcutta sono state espulse dal Nicaragua, episodio che si inanella a una serie di precedenti legati all’offensiva sferrata dal regime di Daniel Ortega nei confronti della Chiesa cattolica, fra cui l’espulsione del Nunzio apostolico a marzo e le minacce rivolte a vescovi e sacerdoti. Monsignor Silvio José Baez, vescovo ausiliare di Managua, si è detto rammaricato per questo provvedimento: “Mi rattrista molto che la dittatura abbia costretto le suore Missionarie della Carità di Teresa di Calcutta a lasciare il Paese. Nulla giustifica il privare i poveri della cura della carità. Sono una testimonianza del servizio amorevole che le sorelle hanno reso. Dio vi benedica”.
Come spiegato nel dettaglio dal quotidiano “Avvenire”, a essere colpite dall’ordine di espulsione sono state nel complesso 101 organizzazioni civiche e caritatevoli e in questo novero rientrano anche le suore di Madre Teresa, con il pretesto che “questi gruppi non rispettano gli obblighi previsti dalla legislazione nazionale”. Le Missionarie della Carità si trovavano in Nicaragua dal 1986, da quando Madre Teresa di Calcutta aveva visitato il Paese.
SUORE DI MADRE TERESA ESPULSE DAL NICARAGUA: LA DECISIONE DOVREBBE ORA ESSERE RATIFICATA DAL PARLAMENTO
Ma qual è l’esatta ragione per la quale le suore di Madre Teresa sono costrette ad abbandonare il Nicaragua? Ufficialmente il motivo è da ricercarsi nel fatto che le Missionarie della Carità non avrebbero rispettato le leggi “sul finanziamento del terrorismo e sulla proliferazione delle armi di distruzione di massa”. O, perlomeno, questa è la giustificazione che è stata fornita dalla Direzione generale di Registro e controllo delle organizzazioni senza scopo di lucro del Ministero degli Interni.
Inoltre, quest’ultimo, nel caso delle suore di Madre Teresa di Calcutta, aggiunge che “la congregazione religiosa porta avanti attività per le quali non ha avuto autorizzazioni da parte dei Ministeri per la Famiglia, della Pubblica Istruzione e della Sanità”. Adesso la palla passa al Parlamento, che con ogni probabilità ratificherà la decisione dell’esecutivo guidato da Daniel Ortega.