Nella notte è scomparso Aldo Balocco, presidente onorario dell’omonima azienda dolciaria con sede a Fossano, in provincia di Cuneo. L’imprenditore aveva 91 anni e per gran parte della vita ha lavorato nell’azienda dolciaria, che ha contribuito a far diventare grande, tanto da imporsi sul panorama commerciale italiano ed esterno. Nato proprio a Fossano nel 1930, nel luogo dove ha sede la fabbrica dell’azienda dolciaria, rimane orfano dopo appena una settimana di vita. Per questo motivo viene cresciuto dalle sorelle della mamma nella vicina Genola.
A nove anni, Aldo torna a Fossano a casa del padre, Francesco Antonio Balocco, sopra la pasticceria da lui fondata nel 1927, che ha la propria sede sopra la nota Piazza del Castello degli Acaja. Qui cresce con le commesse della pasticceria, che diventano come nuove mamme per lui. Nonostante un periodo di relativa tranquillità, con l’azienda che va a gonfie vele, l’8 settembre del 1943 padre e figlio sono costretti a scappare a Dogliani, nelle Langhe, dove trovano rifugio vicino ad una cascina di Luigi Einaudi.
L’ascesa del marchio Balocco
Alla fine della guerra, Aldo Balocco si separa nuovamente dal padre: si trasferisce infatti a Cuneo per completare gli studi superiori. Anche questa volta sarà la famiglia materna ad accoglierlo. Il fratello minore della mamma, Piero, imprenditore artefice della rinascita del cioccolato Venchi, diventa per lui come un fratello. Nel 1949, terminati gi studi, Aldo ritorna nuovamente a Fossano. Inizia dunque a lavorare nella pasticceria di famiglia e ha un’idea importante, considerando l’afflusso di gente soprattutto nel fine settimana: “Dobbiamo insistere sulla pasticceria secca e cominciare a produrre dolci da vendere all’ingrosso”.
Da lì comincia l’ascesa del marchio Balocco, che oggi dispone di oltre 75.000 mq coperti, con dieci impianti di produzione per biscotti e altri prodotti secchi. Negli ultimi anni l’azienda ha investito in importanti rinnovamenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro, crescendo in maniera importante e sviluppando un giro d’affari di 200 milioni di euro, esportando in 70 Paesi e diventando uno dei marchi del made in Italy più conosciuti.