LE PAROLE DI FORNARO
Federico Fornaro evidenzia che “i dati dell’Istat sull’inflazione all’8% devono far riflettere il Governo”. Secondo il capogruppo alla Camera di LeU, è positivo l’ultimo intervento sulle bollette varato dall’esecutivo.
“Intervento utile ma non risolutivo perché l’inflazione partita dai beni energetici, in particolare i carburanti, si è estesa ad altri settori, alimentare in testa. La cui crescita pesa sui bilanci e sui consumi delle famiglie”, sottolinea Fornaro, secondo cui “i 200 euro una tantum previsti serviranno a tamponare in una prima fase mentre occorre subito un provvedimento strutturale che aumenti gli stipendi e le pensioni al fine di intervenire in soccorso delle fasce più deboli della popolazione, ma anche del ceto medio che vede impoverirsi sempre di più”. Il deputato auspica quindi che “Draghi, come ha annunciato incontri al più presto i sindacati e le parti sociali. Rischiamo una situazione esplosiva di contestazioni ed esasperazione sociale. Non c’è più tempo da perdere”.
QUOTA 41 SENZA FINESTRE
Secondo Mauro Marino, in tema di riforma delle pensioni bisogna dire basta alla “buffonata delle finestre. Un lavoratore quando raggiunge i requisiti previsti per il pensionamento deve poter andare via subito.
Oggi raggiungo i requisiti, domani posso andare in pensione. Bisogna, poi, consentire a tutti uomini e donne che hanno raggiunto i 41 anni di contributi di andare in pensione indipendentemente dall’età e senza alcuna penalizzazione. 41 anni di lavoro e di versamenti contributivi sono tantissimi. A causa della frammentarietà dei lavori e a causa degli studi universitari ormai pochissime persone arriveranno ad avere 41 anni di contributi”. L’esperto previdenziale, intervistato da pensionipertutti.it, spiega: “Sento affermare che questa misura costerebbe circa sei miliardi l’anno. Non è assolutamente così perché, e ne abbiamo avuto la prova con le ‘quote 100 e 102’ non tutti i possibili beneficiari usufruirebbero di tale opportunità e quindi i costi sarebbero molto minori e progressivamente sempre inferiori”.
RIFORMA PENSIONI, IL WORKSHOP AL CNEL
Come ricorda pensionioggi.it, lo scorso 24 giugno al Cnel si è tenuto un workshop dal titolo “Giustizia previdenziale. Come riformare pensioni e welfare”, dal quale è emersa la necessità di una riforma delle pensioni che introduca “una pensione contributiva di garanzia che diminuisca le disuguaglianze, un Ape sociale strutturale a carico dello Stato che permetta un accompagnamento alla pensione in concomitanza all’allungamento dell’aspettativa di vita e, soprattutto, un sistema di paletti alla flessibilità che rimanga comunque all’interno del sistema contributivo. Sistema contributivo che non deve essere stravolto ma che contempli un costo individuale adeguato e proporzionale al beneficio per chi vuole usufruire delle uscite anticipate”.
LA PROPOSTA SULL’APE SOCIALE
Tra le proposte emerse vi è quella di Gianfranco Santoro, che mira a “potenziare l’Ape sociale, quale intervento di flessibilità in favore di lavoratori svantaggiati”. Si tratterebbe di renderlo strutturale e di allargare la platea dei beneficiari “per esempio, ai lavoratori autonomi che ora non sono inclusi pur svolgendo la stessa attività lavorativa degli attuali beneficiari. C’è poi il suggerimento di rendere meno stringenti i requisiti di accesso per i lavoratori a tempo determinato che invece di essere 18 mesi negli ultimi 36 potrebbero ammorbidirsi per far confluire quelle categorie che più marginalmente partecipano al mercato del lavoro”. In generale, al posto delle quote, si “suggerisce un sistema uniforme per tutti, a prescindere dall’inizio dell’attività lavorativa, con l’introduzione dell’opzione al sistema di calcolo contributivo per i lavoratori ‘misti’”.
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