Alla base della strage della Marmolada di domenica 3 luglio 2022, quando un seracco di ghiaccio ha travolto e ucciso alcuni alpinisti, c’è il riscaldamento globale. A spiegarlo in un comunicato stampa è stato Renato Colucci, portavoce dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), il quale ha dichiarato: “Possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali”.
L’esperto ha quindi aggiunto che “il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo”. Tuttavia, per fare totale chiarezza sulla tragedia della Marmolada, secondo Colucci non ci sono le condizioni per comprendere se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma “la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute”.
RENATO COLUCCI (CNR): “STRAGE MARMOLADA FIGLIA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE”
Colucci ha anche osservato che l’atmosfera e il clima, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, sono in totale disequilibrio e “purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni. Dobbiamo mantenere la massima attenzione”.
Successivamente, all’agenzia stampa Adnkronos, l’esperto del Cnr ha asserito: “Da un punto di vista glaciologico si è staccato un seracco, c’è stata cioè la frattura con relativo scorrimento verso valle, di un grosso pezzo di ghiacciaio, nei pressi della cima della Marmolada. Una frattura dovuta a diverse cause, una di lungo e due di breve periodo. Quella di lungo periodo è ascrivibile al riscaldamento globale, al fatto cioè che il ghiacciaio si sta riducendo e quindi è sempre più fragile. Quest’anno ha nevicato poco, quindi c’è poca neve residua che protegge il ghiacciaio dal caldo estivo, ma soprattutto sono settimane e settimane nel corso delle quali abbiamo registrato valori di temperatura straordinariamente elevati, molto al di sopra delle medie normali di giugno e luglio”.