Una variante molto più contagiosa e più resistente ai vaccini. I numero dei contagi di Omicron continuano a salire in Italia e una tabella, che mette a confronto la variante con le altre precedenti, ne spiega il motivo. Con l’attuale variante, vengono meno alcuni sintomi che invece prima erano più comuni, come il respiro in affanno, la perdita di gusto e olfatto. Oggi, invece, un caso di contagio da Omicron ha due volte e mezzo la probabilità di essere completamente assiomatico. Come dimostra uno studio elaborato dai ricercatori dell’Ats di Milano, pubblicato sulla rivista Frontiers in Epidemiology, Omicron è per tantissimi aspetti diversa dalle precedenti varianti.
Il lavoro, elaborato su Milano, attesta la minor gravità della malattia, ma allo stesso tempo anche una minore forza di protezione dei vaccini in rapporto a tale variante. Inoltre, anche il tempo di positività è minore. Per arrivare ad un tampone negativo, passano in media tre giorni in meno rispetto alle precedenti varianti del virus. Il tempo di recupero è più rapido e il rischio di finire in ospedale è di molto inferiore rispetto alle vecchie varianti. I non vaccinati hanno il 12% in meno di possibilità di essere ricoverati mentre i vaccinati con tre dosi il 7% in meno. Dunque la copertura vaccinale continua a garantire protezione, anche se meno rispetto al passato.
Omicron, negativizzazione e vaccini
L’analisi condotta dall’Ats di Milano dimostra che chi è vaccinato soltanto con una o due dosi è meno protetto di chi invece ne ha tre. Per questo, ora che siamo sotto la variante Omicron-5, che ha una trasmissibilità altissima, le istituzioni dovrebbero invogliare gli italiani ad una terza dose, spiegano gli esperti. Tra i non vaccinati, inoltre, Omicron dimostra la minor gravità a confronto con le altre varianti, Delta e Kappa su tutte. Tra i vaccinati, invece, si dovrebbe spingere verso una protezione maggiore con la terza dose, appunto. Chi ha fatto la terza dose risulta infatti più protetto, mentre chi ha solo la prima e la seconda non ha una riduzione significativa della probabilità di minore in ospedale. Nonostante ciò, i tempi di negativizzazione sono minori per Omicron.
Esiste poi anche la possibilità che si generi una futura variante che vada a provocare una malattia più grave, anche se al momento gli esperti ritengono remota tale possibilità. Se questa conservasse l’elevata contagiosità dell’Omicron attuale, potrebbe avere un impatto molto forte, spiegano gli scienziati.