Giunta al termine la ventisettesima stagione del programma radiofonico “Ruggito del coniglio”, Antonello Dose ha ripercorso la sua carriera ma soprattutto la sua vita privata in una lunga intervista rilasciata a Il Messaggero. Il 60enne ha raccontato la sua battaglia contro il tumore negli ultimi tre anni, una notizia nascosta per tutelare i suoi genitori ma oggi resa nota: “Me ne sono accorto per caso, durante uno dei tanti controlli che faccio per via della sieropositività all’Hiv che ho dal 1994”.
Antonello Dose ha spiegato di aver deciso di sottoporsi all’operazione e alla radioterapia, superando il cancro attraverso diverso fattori, dalla scienza alla fede. Tornando alla sieropositività, il giornalista ha ricordato che parlarne negli anni Novanta era molto difficile, ma con il passare degli anni le cose sono cambiate: “Come ce l’ho fatta? Con il cuore e la pratica buddhista, la mia tavola da surf per affrontare le onde della vita. Non pensavo di sopravvivere così a lungo, la media all’epoca era di 3-4 anni. Non c’erano medicinali, ma solo funerali a cui partecipare. Mi ha sostenuto l’aiuto dato agli amici. Dare senza chiedere nulla mi ha fatto avere tantissimo”.
ANTONELLO DOSE: “LA VITA È FRAGILE”
Dopo aver speso parole d’elogio nei confronti dei suoi genitori, Antonello Dose ha spiegato che per lui il cuore è tutto, l’arma assoluta “per farcela anche adesso e base della mia fortuna professionale”. A proposito della sua carriera, il 60enne ha rivelato qualche crisi in passato con il collega e amico Marco Presta, ma loro sono come due fratelli e ogni frizione è stata superata: “Siamo diversi ma complementari. Fra noi c’è una relazione karmica”. Tornando alla sieropositività, invece, Antonello Dose ha messo in risalto che gli ha insegnato che gli altri sono un bene prezioso. Ma non solo: “E che la vita è fragile e merita di essere vissuta con gioia. Ed è meglio non rimandare le cose. Ami qualcuno? Diglielo adesso. Il futuro è sempre incerto, anche se può essere sorprendente”.