Luca Mercalli, esperto climatologo, è intervenuto ai microfoni di “Estate in Diretta”, trasmissione di Rai Uno condotta da Roberta Capua e Gianluca Semprini e andata in onda nel pomeriggio di lunedì 4 luglio 2022. Immancabile il suo commento sulla strage della Marmolada: “Fino a pochi giorni fa parlavamo della siccità del Po, adesso si aggiunge questa tragedia glaciologica. Il tema del cambiamento climatico diventa drammatico giorno dopo giorno. Sono processi in cui si spostano problemi millenari della natura. Adesso si cominciano a vedere sintomi generalizzati, durevoli e persistenti su tutto il pianeta. La malattia del clima è ormai esplicita, conclamata, noi dovremmo curarlo e non girare la testa dall’altra parte. A ogni episodio, invece, si versano quattro lacrime di coccodrillo”.
Ma a cosa è dovuto l’episodio di domenica? “C’è stato un problema di scollamento della massa glaciale, dovuto alla penetrazione di acqua a diffusione. Questo ha fatto sì che questa si sia accumulata giorno e notte dentro a un crepaccio, scollando il seracco fino a farlo cadere. Non potevamo saperlo prima, però: nelle Alpi abbiamo dei sorvegliati speciali, che vengono regolarmente monitorati. Il ghiacciaio della Marmolada non è tra questi, dunque il dramma non era prevedibile, perché è un ghiacciaio come tanti”.
LUCA MERCALLI: “TRAGEDIA MARMOLADA? NON C’ERA ALCUN ELEMENTO DI SOSPETTO”
Nel prosieguo del suo intervento televisivo, Luca Mercalli ha chiarito un altro aspetto molto dibattuto a seguito di quanto avvenuto sulla Marmolada: “Avremmo dovuto chiudere come precauzione generica tutti i ghiacciai alpini per via del caldo? No, se ciò accadesse in futuro, non avrebbe alcun senso. Questo è un rischio che l’altra montagna presenta a chi la frequenta. Abbiamo anche avuto la sfortuna che si sia verificato alle 14 di una domenica di sole. Se fosse avvenuto di notte, non avrebbe travolto nessuno”.
Ci saranno ancora distacchi di assestamento, a giudizio di Mercalli, poiché, sceso il blocco principale, quelli ai fianchi, privi di sostegno, potranno distaccarsi. Certo, questo episodio ora “apre un nuovo fronte della ricerca, nel senso che anche luoghi che ritenevamo sicuri diventano potenzialmente a rischio con queste condizioni climatiche. Non c’era però, ripeto, alcun argomento di sospetto esterno che lasciasse presagire qualcosa del genere”.