Via al processo per la morte di Elena Aubry. La 26enne è rimasta uccisa il 6 maggio 2018 mentre con la sua moto percorreva la via Ostiense. A finire sotto accusa è stata la manutenzione del manto stradale, che sarebbe stata pericolante. Alla vigilia del processo, Graziella Viviano, mamma della giovane, ha dichiarato a Repubblica: “Domani vado a un processo dove, comunque vada, sarò perdente perché non riporterò a casa Elena”. Il processo ha come obiettivo quello di comprendere e accertare le cause della morte della giovane, che si è schiantata al chilometro 25.5 di via Ostiense.
Il Tribunale di Piazzale Clodio ha deciso di chiedere due anni per un imputato e il rinvio a giudizio per altri sette. La decisione non restituirà Elena alla famiglia. La mamma ha proseguito: “I soli vincitori saranno quelli che magari non avranno mai sentito parlare di Elena, ma non cadranno su un’altra buca”.
Sette persone rinviate a giudizio
Il prossimo 16 novembre il giudice deciderà se rinviare o meno a giudizio le sette persone che dovrebbero essere processate per la morte di Elena Aubry, secondo l’accusa. Uno degli imputati ha invece scelto il ridottiate abbreviato: si tratta dell’ingegnere Alessandro Di Carlo, responsabile della sorveglianza dell’Esgra, ditta vincitrice dell’appalto per la manutenzione di quel tratto di strada. L’uomo, secondo il pm Laura Condemi, dovrebbe scontare due anni di carcere. La richiesta è stata formulata dal sostituto procuratore alla Corte. In aula, spiega Repubblica, l’accusa ha ripercorso i fatti e parlato delle singole responsabilità.
Tra le sette persone rinviate a giudizio anche i direttori del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (SIMU): Roberto Botta e Fabio Pacciani. C’è poi anche il responsabile Francesco Compagnoli, al quale era affidata la manutenzione ordinata del lotto 6 della grande viabilità. Tra gli imputati anche Marco Domizi, responsabile della manutenzione stradale, Paolo Fantini, direttore dell’ufficio manutenzione e infine Nicola De Berardini, direttore tecnico. Per ultimo, anche Fabrizio Pennacchi tra gli indagati.