L’ACCORDO CINA-VATICANO POTREBBE ESSERE RINNOVATO: L’AUGURIO DI PAPA FRANCESCO
«L’accordo con la Cina va bene, spero che venga rinnovato»: tra i tanti temi discussi da Papa Francesco nella recente intervista alla Reuters – dello scorso 2 luglio – l’accordo tra Vaticano e Cina, prossimo alla scadenza (ha cadenza biennale), rappresenta uno dei punti più delicati della diplomazia vaticana e dello stesso Pontificato di Bergoglio, «L’Accordo Provvisorio della Santa Sede con la Repubblica Popolare Cinese», ha sottolineato il Santo Padre nell’intervista dell’inviato Phil Pullella, «va bene e spero che possa essere rinnovato il prossimo ottobre». Questo quanto riportato dai media vaticani circa il dialogo avvenuto tra Francesco e la Reuters, confermato poi dall’anticipazione video dello stesso Vatican News con l’estratto specifico dell’intervista.
Il testo siglato nel 2018 (poi rinnovato nel 2020) tra il Governo comunista cinese il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin ha di fatto “sanato” la situazione della Chiesa Cattolica in Cina, riportando in comunione i vescovi nominati senza il mandato papale fin lì. «L’Accordo, che prevede un percorso condiviso per arrivare alla nomina dei nuovi vescovi, lascia al Pontefice l’ultima parola», ribadisce la Santa Sede, con lo stesso Papa Francesco che poi aggiunge nell’intervista «Chi porta avanti questo accordo è il cardinale Parolin che è il migliore diplomatico della Santa Sede, un uomo di alto livello diplomatico. E lui sa muoversi, è un uomo di dialogo, e dialoga con le autorità cinesi. Credo che la commissione che lui presiede ha fatto di tutto per portare avanti e cercare una via di uscita e l’hanno trovata».
PAPA FRANCESCO: “SERVE MARTIRIO DELLA PAZIENZA”. MA IL CARD. ZEN…
Papa Francesco ha dunque difeso la “politica dei piccoli passi” in merito ai rapporti diplomatici tra Vaticano e Cina, riportando in auge quel «martirio della pazienza» di cui parlava già a suo tempo il cardinale Agostino Casaroli, artefice della “Ostpolitik vaticana” verso i regimi comunisti ad Est prima della caduta del Muro di Berlino.
Sempre nell’intervista, il Santo Padre difende la posizione avuta in passato da Giovanni XXIII, Paolo VI e dallo stesso Casaroli: «Molti hanno detto tante cose contro di loro», spiega il Papa, «Ma la diplomazia è così. Davanti a una situazione chiusa bisogna cercare la strada possibile, non ideale, la diplomazia è l’arte del possibile e fare che il possibile divenga reale. La Santa Sede ha sempre avuto questi uomini grandi. Ma questo con la Cina lo porta avanti Parolin, che in questo punto è un grande». La nomina dei vescovi in Cina dopo l’accordo nel 2018 procede molto lentamente, anche perché «i cinesi hanno quel senso del tempo che nessuno li affretta. Anche loro hanno dei problemi», ha aggiunto sempre Papa Francesco, «perché non è la stessa situazione in ogni regione del Paese. Perché anche dipende dai governanti, ce ne sono diversi. Ma l’accordo va bene e mi auguro che a ottobre si possa rinnovare». Resta da capire la posizione che la Chiesa avrà in dirittura di arrivo della firma dell’accordo rispetto alla forte critica lanciata dal Cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, di recente arrestato e poi rilasciato proprio per la sua ferrea opposizione alla trattativa tra il regime cinese e la Santa Sede.