Era nell’aria da diverse ore, pochi istanti fa è arrivata l’ufficialitò: Boris Johnson si dimette da premier della Gran Bretagna e da leader del partito conservatore. Intervenuto in conferenza stampa, BoJo ha spiegato che resterà in carica fino a quando il partito dei Tory non avrà scelto il nuovo leader: il processo inizierà subito, il calendario dell’elezione sarà reso noto la prossima settimana.
“Nessuno è lontanamente indispensabile in politica”, ha spiegato Boris Johnson, ponendo l’accento sull’amarezza per le dimissioni: “Il mio è stato il miglior lavoro del mondo”. Nel corso del suo intervento, ha spiegato che “il sistema brillante e darwiniano produrrà un altro leader”, confermando tutto il supporto necessario al suo successore. E ancora: “Il motivo per il quale ho resistito con così tanta forza negli ultimi giorni non è solo perchè lo volevo fare ma perchè sentivo che era il mio lavoro, il mio compito, il mio dovere farlo”. Le prossime tattiche sono chiare: BoJo resterà alla guida del governo fino all’insediamento del successore, come testimoniato dalla raffica di nuovi ministri in sostituzione di quelli che si sono dimessi negli ultimi due giorni.
DIMISSIONI BORIS JOHNSON IN GIORNATA: PARLERÀ ALLA NAZIONE
È ormai ufficialmente terminata l’era di Boris Johnson, tanto nel partito dei Conservatori inglesi quanto soprattutto come Primo Ministro britannico: con la conferma di ormai tutte le fonti di Governo Uk presso la BBC e le agenzie internazionale, nelle prossime ore il Premier Tory si rivolgerà alla nazione per annunciare il passo indietro dopo le clamorose dimissioni di massa che hanno caratterizzato gli ultimi due giorni del suo Governo. Prima il “Partygate” e poi soprattutto la gestione dello scandalo Chris Pincher, vice capogruppo conservatore rimosso negli scorsi giorni dopo aver palpeggiato due uomini in un club londinese, tra cui un altro deputato. “BoJo” è stato accusato di aver saputo di una precedente segnalazione di “comportamento inappropriato” del medesimo capogruppo già nel 2020, quando era viceministro degli Esteri. Downing Street ha negato di essere a conoscenza del precedente di Pincher ma per la gran parte del Parlamento le scuse addossate da Johnson non hanno convinto.
E così nel giro di poche ore una quantità incredibile di Ministri, funzionari e capigruppo della maggioranza Tory hanno via via mandato le loro dimissioni: in un primo momento il leader Tory ha resistito, nominando subito altri uomini e donne nei ruoli chiave. Stamane però, dopo la cacciata del “super ministro” Gove, hanno rassegnato le dimissioni altri 4 ministri: il ministro per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, quello per la sicurezza, Damian Hinds, quello per la Scienza, George Freeman, e la ministra del Tesoro, Helen Whately. A quel punto anche il Primo Ministro ha deciso che era giunta l’ora di fare un passo indietro e rassegnare le proprie dimissioni, a due anni dal termine della Legislatura. «Il premier Boris Johnson ha ceduto ed e’ pronto ad annunciare le sue dimissioni oggi», riportano anticipazioni concordanti dei media britannici. La Bbc precisa che un nuovo primo ministro dovrebbe entrare in carica “in autunno”.
ELEZIONI O NUOVO PREMIER UK: ORA COSA SUCCEDE, GLI SCENARI
L’iter infatti scelto da Boris Johnson prevede un iter particolare che oggi verrà spiegato con ogni probabilità al Regno Unito e, prevedibile, anche alla Regina Elisabetta: “BoJo” si dimetterà da leader dei Conservatori che dovranno scegliere poi entro l’estate il suo successore. A quel punto, entro l’autunno, il nuovo leader Tory sarà nominato anche nuovo Primo Ministro britannico. Sempre secondo quanto riportato dalla BB, Boris Johnson ha accettato di dimettersi, «ma vuole che un nuovo leader sia al suo posto entro la riunione del partito, in caso contrario vuole rimanere come PM fino ad allora».
La modalità è stata concordata nell’ultima riunione di stamane tenuta da Johnson con i suoi fedelissimi e il neo cancelliere dello Scacchiere britannico, Nadhim Zhawi: «Il caos al n. 10 di Downing Street, il crollo della responsabilità collettiva del Gabinetto, l’abbandono del codice ministeriale, la difesa dell’illegalità e della sfida al Parlamento sono tutti insulti al conservatorismo in cui credo e che sostengo. Il Premier ha dimostrato mancanza di trasparenza e franchezza nei confronti del Parlamento», è l’atto di accusa dell’ormai ex Ministro della Scienza Freeman; sulla scia simile anche il ministro dimissionario Brandon Lewis, «Un governo dignitoso e responsabile si basa su onestà, integrità e rispetto reciproco: è motivo di profondo rammarico personale per me dover lasciare il governo poiché non credo più che quei valori devono rispettati». Al momento in campo per l’area Tory ci sono solo due candidature alla leadership post Johnson, che era giù subentrato alle precedenti leadership Cameron e May: si tratta della procuratrice generale Suella Braverman e dell’ex Ministro della Brexit Steve Baker. L’opzione di Elezioni anticipate, dunque, non viene presa in considerazione dalla maggioranza Tory che punta così ad ottenere un nuovo Governo con nuovo Primo Ministro entro l’autunno: a quel punto, la Legislatura che scade nel 2024 dovrebbe venir rispettata nella sua scadenza naturale.