Santino Tuzi, chi era e come è morto
Santino Tuzi, brigadiere di Arce, aveva 50 anni quando fu trovato senza vita la mattina dell’11 aprile 2008. Erano trascorsi sette anni dal delitto di Serena Mollicone che sconvolse l’intera comunità. Santino Tuzi, come rammenta Fanpage.it, fu trovato seduto al posto di guida, a bordo della sua auto, con un proiettile nel petto. Sin da subito si diffuse il sospetto che la morte del brigadiere fosse in qualche modo collegata al delitto di Arce, quello della 18enne trovata nel bosco con la testa in un sacchetto e le mani legate.
Proprio su quel delitto – che potrebbe finalmente trovare giustizia solo 20 anni dopo – il brigadiere Tuzi era stato sentito come persona informata sui fatti dalla procura di Cassino che aveva deciso di riaprire le indagini. La mattina del 28 marzo, poco prima di riferire ciò che sapeva dell’omicidio di Serena Mollicone, Tuzi intercettato con una persona a lui vicina, al telefono aveva detto che quella sarebbe stata la volta che gli avrebbero “messo le manette ai polsi”. La paura del militare era legata proprio a ciò che lo stesso sapeva su quel delitto e la stessa procura era evidentemente convinta che la sua testimonianza avrebbe contribuito a dare una svolta al giallo sulla 18enne uccisa.
Il suicidio di Santino Tuzi: cosa c’entra il delitto di Serena Mollicone
La mattina del primo giugno 2001, quando di Serena Mollicone si persero le tracce, il brigadiere Santino Tuzi era in servizio alla stazione dei carabinieri di Arce. Ascoltato dagli inquirenti il militare non riferì subito di aver visto la 18enne in caserma anzi addirittura negherà di conoscerla. Solo in un secondo momento ammise che dall’alloggio del comandante Mottola gli avevano dato ordine di far passare una ragazza giunta alle 11 e che con ogni probabilità era proprio Serena. Fino alle 14.30, ammise Tuzi, Serena non uscì da lì.
Sette anni dopo, il giorno della sua morte, Santino Tuzi è di riposo dal servizio nella caserma di Fontana Liri dove è stato trasferito per contrasti con il comandante Evangelista che prese il posto di Mottola.
Riceve una telefonata ed esce dicendo ai familiari che sarebbe dovuto andare ad Arce. Intorno a mezzogiorno una donna contattò i carabinieri chiedendo di raggiungere Tuzi asserendo di averlo visto alterato e con l’arma di ordinanza. La donna in questione sosterrà di avere avuto una relazione sentimentale con lui. Quando i militari raggiungono la diga di Arce, dove era parcheggiata la sua auto, il brigadiere era già morto. In un primo momento il suicidio fu collegato a motivi sentimentali.
Nel 2017 è stata aperta una inchiesta per istigazione al suicidio che vede ora imputato il maresciallo Vincenzo Quatrale nel processo sull’omicidio di Serena Mollicone, accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Nel corso della requisitoria, il pm Beatrice Siravo ha voluto ricordare Tuzi asserendo: “Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo. Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l’omicidio come è accaduto a Carmine Belli. Vorrei riabilitare l’immagine di Santino Tuzi. È stato l’unico che ha rotto il muro del silenzio e ha pagato con la vita le sue dichiarazioni”.