L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato una nuova cura per la forma più comune del tumore al fegato, che potrà essere utilizzata nei pazienti in stadio avanzato oppure in quelli che non possono essere operati. Un importante passo in avanti nel mondo della sanità, che come riportato dal Corriere della Sera potrebbe riguardare un enorme numero di persone. Nel 2020 i casi diagnosticati sono stati circa 13 mila, 9.100 dei quali sono stati causati dai virus dell’epatite B e C e i rimanenti da altre malattie. Per queste persone adesso potrebbe esserci una ulteriore speranza.
La cura utilizza il farmaco atezolizumab che, in combinazione con bevacizumab, migliora la sopravvivenza globale e quella libera da progressione da malattia rispetto al precedente standard di cura. “Dopo più di 10 anni di immobilità è finalmente disponibile un trattamento di prima linea capace di prolungare la sopravvivenza dei pazienti con una neoplasia non operabile, particolarmente delicati perché affetti anche da una disfunzione del fegato. La sopravvivenza media dei malati è stata di 19.2 mesi, la più lunga mai riportata da uno studio di fase tre in questa neoplasia”, ha commentato Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina Interna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Tumore al fegato, nuova cura per pazienti in stadio avanzato: l’importanza della prevenzione
L’approvazione della nuova cura per il tumore al fegato, utile per i pazienti in stadio avanzato o che non possono essere operati (ovvero quelli affetti da carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile che non siano stati sottoposti a una precedente terapia sistemica), mette in luce il tema della prevenzione, che è di fondamentale importanza. Solo il 10% dei casi della forma più comune della malattia, come riportato dal Corriere della Sera, viene diagnosticato in tempo affinché l’intervento chirurgico sia risolutivo.
Il motivo è da ricondurre al fatto che nella fase iniziale il tumore è quasi completamente asintomatico. Soltanto successivamente iniziano a comparire i sintomi come dolore alla parte superiore dell’addome, che si può estendere anche alla schiena e alle spalle, ingrossamento del ventre, perdita di peso e di appetito, nausea, vomito, sensazione di sazietà, stanchezza, ittero, colorazione scura delle urine e febbre.