Dino Zoff, il capitano che ha alzato la Coppa del mondo del 1982: non poteva certo mancare nella rassegna de “Il Viaggio degli Eroi“, lo speciale della Rai che celebra i 40 anni dalla conquista del Mondiale in Spagna. Campione del mondo a 40 anni Dino Zoff, da molti considerato “bollito” già 4 anni prima quando i tiri dalla distanza degli olandesi lo costrinsero a incassare i gol che preclusero all’Italia l’accesso alla finalissima del Mundial 1978 in Argentina. Nessuno poteva immaginare che la storia 4 anni dopo sarebbe radicalmente cambiata.
SuperDino, come tutta la Nazionale allenata da Enzo Bearzot, visse il momento della svolta nella partita con il Brasile. Tutti ricordano la girandola di emozioni del match, con i 3 gol di Paolo Rossi in risposta ai momentanei pareggi della Selecao. Ma il momento chiave è arrivato proprio all’ultimo minuto: colpo di testa di Oscar e pallone trattenuto sulla linea: gol, non gol? Si vide chiaramente che il pallone non aveva oltrepassato la linea, Zoff l’aveva tenuta, un colpo di reni eccezionale che regalò all’Italia una delle vittorie più importanti della sua storia.
CHI È ZOFF? IL CORONAMENTO DI UNA CARRIERA
Per Zoff quel momento resta ancora fermo nel tempo, scolpito nella memoria. Raccontò: “Fermai la palla sulla linea. Passai cinque secondi terribili. Non vedevo dove fosse l’arbitro e pensavo potesse aver visto male. Io, fortunatamente, rimasi con la palla inchiodata lì. Poi, scorsi l’arbitro sulla mia destra. Aveva visto giusto, e allora mi rilassai…” Effettivamente all’epoca, senza goal line technology né VAR, tutto era affidato al colpo d’occhio di arbitro e guardalinee, ma l’intervento di Zoff fu plastico, pulito e garantì al direttore di gara di fare facilmente la scelta giusta.
Da quella parata in poi, probabilmente, l’Italia non avrebbe più potuto perdere. E così accadde, con Zoff che alzò al cielo del Bernabeu quella Coppa del mondo che gli era sfuggita nei precedenti tentativi: come nel 1974, quando arrivò al Mondiale tedesco accompagnato da un lunghissimo record di imbattibilità che fu interrotto dal Carneade più inaspettato, l’attaccante haitiano Sanon. E la già citata avventura argentina, col gol di Haan che lo sorprese dopo un colpo subito. Un trionfo, quello spagnolo, che lo ripagò di un’etica del lavoro straordinaria, che lo fece anche portavoce nel primo storico silenzio stampa della storia del calcio, inscenato dagli azzurri in quel Mondiale dopo le roventi polemiche iniziali.