Antonio Cabrini non può mancare tra i protagonisti della serata de “Il Viaggio degli Eroi“, lo special documentario dedicato da Rai Uno al quarantennale della conquista del Mundial del 1982. Il terzino sinistro, all’epoca già colonna della difesa della Juventus, è stato titolare inamovibile della squadra disegnata da Enzo Bearzot, capace con i suoi cross dalla fascia sinistra di mettere palloni velenosi in area che il bomber Paolo Rossi è riuscito sistematicamente a trasformare in gol. Un quadro che non è stato destabilizzato neppure dall’incidente di percorso vissuto da Cabrini in finale.
Con Antognoni infortunato infatti, nella finalissima di Madrid contro la Germania Ovest il rigorista designato è stato proprio il Bell’Antonio. Che ha sbagliato, ciabattando a lato un pallone che sembrava facile da piazzare in rete, il pallone del possibile uno a zero nel primo tempo. Un’occasione mancata che è stata però vissuta dalla panchina azzurra, come si può ancora vedere dalle immagini, come se fosse stata un’occasione da gol sbagliata qualsiasi e non un rigore potenzialmente decisivo.
CHI È ANTONIO CABRINI? MIGLIOR TERZINO AL MONDO
Sono stati gli anni in cui comunque Antonio Cabrini si è imposto come miglior terzino al mondo, sicuramente sul suo lato del campo, quello sinistro. E per lui la partita della svolta non fu quella contro il Brasile, in cui comunque rese al pari di tutta la squadra una prestazione eccezionale, bensì quella contro l’Argentina, in cui riuscì anche ad andare a segno nel secondo tempo, raddoppiando dopo il vantaggio di Tardelli in una sfida in cui gli azzurri fecero un sol boccone dei favoriti sudamericani con Diego Armando Maradona in campo.
Raccontò proprio lo stesso Cabrini in riferimento a quel gol: “Se fu uno dei più importanti della mia carriera? Possiamo dirlo. Quel successo fu la tappa decisiva della competizione. Eravamo soli contro tutti, dovevamo reagire dando un segnale all’esterno perché altrimenti sarebbe stato un massacro. Bearzot mise Gentile su Maradona e lui fu gigantesco, ma tutta la squadra disputò una grande partita. Dopo il match ricordo che gli occhi dei miei genitori e di mio fratello, che erano al Sarrià, brillavano“.