Una madre 50enne di Lecco è stata condannata allo svolgimento di 180 ore di lavori socialmente utili per avere proibito l’utilizzo dello smartphone e del tablet alla figlia di 15 anni, poiché fermamente convinta del fatto che l’adolescente soffrisse di uno stato di dipendenza dal cellulare. Un episodio “datato”, che risale a tre anni e mezzo fa (dicembre 2018): la donna, in quella circostanza, privò la giovane di tutti i dispositivi con i quali potesse avere accesso al mondo dei social media, ma la ragazza si infuriò e litigò violentemente con sua mamma, al cui termine, scrive “Il Giorno”, la minorenne si ritrovò al pronto soccorso dell’ospedale di Lecco con alcune contusioni.
A quel punto, il padre decise di querelare la sua ex moglie, che il giudice ha scelto di condannare dopo avere rilevato “un abuso dei metodi correttivi” e che ora dovrà scontare la sua pena presso un Comune della Brianza Lecchese.
TOGLIE SMARTPHONE E TABLET ALLA FIGLIA 15ENNE: MADRE 50ENNE CONDANNATA DAL GIUDICE PER “ABUSO DI METODI CORRETTIVI”
Come riferito ancora da “Il Giorno”, la madre 50enne non è riuscita a raggiungere nessun tipo di accordo con il suo ex marito, il quale si è costituito parte civile nel processo nato, lo ricordiamo, per un divieto di utilizzo dello smartphone e del tablet. A fronte di questa situazione, il giudice ha deciso di puntare “sulla messa alla prova”, infliggendo alla donna 180 ore di lavori socialmente utili, mentre non sono stati presi in considerazione i metodi forti con cui è stata ripresa la 15enne.
La mamma di quest’ultima, al termine dell’udienza, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Ho optato per questa scelta solo per evitare a mia figlia di essere chiamata a testimoniare in un procedimento che l’avrebbe vista contrapposta al padre. Ho voluto uscire velocemente da questa situazione”. Il padre e la ragazzina a cui era stato vietato l’uso dello smartphone e del tablet sono già stati risarciti dalla 50enne.