Dopo la pandemia, è cresciuto il numero di bambini che picchiano i genitori. Lo riferisce sulle colonne del quotidiano “Avvenire” il pedagogista Daniele Novara, secondo cui il Long Covid non è solo virale, ma ha causato problemi anche per quanto riguarda il comportamento dei più piccoli nei confronti di mamma e papà. In particolare, i bambini alzano le mani sui genitori quando non fanno ciò che si aspettano da loro, quando sono arrabbiati, quando incontrano la resistenza degli adulti.
Scrive l’esperto: “Un fenomeno nuovo, per nulla indagato, che rilevo empiricamente dal mio lavoro con i genitori negli studi pedagogici. È un’inequivocabile conseguenza di due anni e mezzo vissuti in una promiscuità casalinga forzata che ha portato a una confidenza fra grandi e piccoli davvero eccessiva, sempre più simbiotica e fusionale. Due anni e mezzo vissuti all’insegna dell’ansia, della preoccupazione e della paura hanno portato i genitori ad avere un atteggiamento di accentuata disponibilità, se non di servilismo. L’autorevolezza degli adulti è drasticamente diminuita ed è cresciuta la figura del genitore-amico a discapito del genitore educativo”.
BAMBINI VIOLENTI NEI CONFRONTI DEI GENITORI, L’ESPERTO: “NON SI PUÒ PENSARE CHE I FIGLI SI TIRINO SU DA SOLI”
Su “Avvenire”, il professor Novara ha ricordato che la pandemia e, successivamente, la guerra si sono innestate su rapporti tra figli e adulti già fragili, sia dal punto di vista emotivo che educativo e “oggi ci ritroviamo bambini arrabbiati che i genitori non sono in grado di contenere se non con le urla, peggiorando la situazione. Abbiamo bisogno di ricreare un immaginario positivo nei confronti dell’educazione familiare e genitoriale”.
Chiaramente, “non si può pensare che i figli si tirino su da soli e che non abbiano bisogno di educazione. Non funziona così. Serve organizzazione educativa, una giusta distanza per offrire ai figli quello spazio dove esercitare la propria autonomia e dove i genitori possano essere davvero un punto di riferimento”. Come fare, allora? Alcune regole: niente lettone dal quarto anno di vita, niente servizievolezze, fare in modo che bambini e bambine possano trovare, nel ruolo educativo dei loro genitori, la possibilità di sviluppare tutte le loro potenzialità senza eccessi di accudimento, di confidenza e di assistenza.