Sono oltre 124mila i documenti confidenziali di funzionari Uber che il quotidiano inglese Guardian è riuscito a ottenere. Denominati “Uber Files”, sono relativi al periodo compreso tra il 2013 e il 2017, quando l’azienda americana fornitrice di servizio automobilistici – oggi sotto la guida di Dara Khosrowshah – era guidata da Travis Kalanick. Nella documentazione appare evidente un sistema di lobbying, ma anche di pressioni politiche per ottenere appoggi e scombussolare il settore dei taxi in Europa.
Sebbene l’attuale vertice riconosca almeno in parte le colpe dicendosi pronto “a trasformare ogni aspetto de modo in cui operava Uber”, il caso e gli scioperi dei tassisti italiani delle ultime settimane confermano come lo scontro contro Uber sia tutt’ora in atto. Risultano coinvolte alcune delle massime autorità europee: dall’allora ministro delle Finanze Emmanuel Macron all’attuale cancelliere tedesco Olaf Scholz, ai tempi sindaco di Amburgo e anche l’ex commissaria Ue per il Digitale, Neelie Kroes.
“Nessuno nega le grandi responsabilità di Uber nel tentativo di prendere il possesso del servizio automobilistico europeo” ci ha detto in questa intervista Stefano Piazza, analista, esperto di sicurezza e terrorismo “ma appare molto sospetto il tempismo con cui queste informazioni emergono in pubblico. Perché proprio oggi, mentre è in corso una guerra in Europa? E che reali responsabilità hanno avuto questi politici? Non viene detto, come non è rivelata la fonte di questi file”. Il sospetto, aggiunge Piazza, è che sia una delle tante operazioni dell’intelligence russa per destabilizzare i paesi dell’Europa occidentale.
Oltre centomila file apparsi nelle mani di uno dei più importanti quotidiani inglesi che rivelano la dubbia attività di Uber nel tentativo di corrompere i leader europei. Che impressione si è fatto?
Trovo ci sia un tempismo quantomeno sospetto in tutto questo. Non viene detto da dove provenga tutto questo materiale, mentre siamo al corrente di un’attività molto importante nelle ultime settimane da parte dei servizi segreti russi nel tentativo di destabilizzare le istituzioni europee. Bisogna essere molto prudenti.
Questi episodi denunciati dal Guardian però si riferiscono a un periodo compreso tra il 2013 e il 2017.
Certamente, i fatti sono reali. Ripeto: quello che colpisce è il tempismo con il quale escono queste informazioni. Siamo d’accordo che Uber in passato ha tenuto comportamenti scorretti cercando di agganciare personalità importanti e cercando di avvantaggiarsi o di ottenere leggi a loro favorevoli pur sapendo che agivano al limite della correttezza.
Però la insospettisce che, non a caso, siano coinvolti personaggi come Macron e Scholz, che guidano l’Europa occidentale a sostegno dell’Ucraina. È questo che intende?
Infatti. Il fatto che escano adesso, cosa che succede in molti Paesi europei con episodi del passato, lascia dei forti dubbi. C’è una attività di intelligence da parte russa in molti campi e credo che anche questa vicenda faccia parte di questo contesto.
Siamo davanti a multinazionali in grado di condizionare i governi.
Non possiamo escluderlo. Se ci saranno altri episodi analoghi sarà confermata una gigantesca campagna di destabilizzazione. Ancora in Italia, vediamo i danni e lo scontro sociale che lo sciopero dei tassisti sta mettendo in atto. A chi fa comodo veramente? Chi ha in mano informazioni potrà usarle per fare danni. Se ci sono cose nascoste in qualche cassetto è il momento di farle uscire.
Però i russi, se davvero sono coinvolti, fanno il bello e il brutto tempo stando tranquillamente qui in occidente, è così?
Sarebbe interessante capire le attività degli ultimi dieci anni dei servizi segreti russi nelle ambasciate. Quelli che non sono ancora stati espulsi di cosa si occupano? Pensiamo all’ambasciatore russo in Italia, che ancora non è stato espulso nonostante abbia tentato di sovvertire le regole e di attaccare il governo. Nessuno va mai a vedere cosa fanno queste ambasciate, compresa quella turca. Dispongono di organici impressionanti, 60 o 70 diplomatici: cosa fanno se non spiare? Raccolgono informazioni che poi usano contro i governi che li ospitano.
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