È una star sui social, ma non si tratta di un influencer, anche se ci si avvicina. Parliamo di don Alberto Ravagnani, un giovane prete che durante la pandemia con i suoi video di fede su YouTube ha conquistato migliaia di ragazzi. Uno dei suoi meriti, in effetti, è quello di aver portato Dio tra i giovani, che hanno cominciato anche a volerlo nella casa del Grande Fratello Vip. Lui comunque ha smentito: «Non andrò mai, ma di sicuro vincerei». Don Rava, come lo chiamano gli amici, è nato nel 1993 ed è diventato sacerdote nel 2018, ora è coadiutore dell’oratorio San Filippo Neri della parrocchia San Michele Arcangelo di Busto Arsizio, in provincia di Varese. La scorsa estate si è anche avvicinato a Fedez, rapporto che però poi si è interrotto bruscamente.
«Lui improvvisamente mi ha bloccato, senza spiegazioni e senza avvisarmi. Mi ha accusato di averlo “tartassato” di messaggi, cosa non vera: non gli ho mai scritto», spiega don Alberto Ravagnani al Corriere della Sera. «Mi sono interrogato sul senso del gesto: come personaggi pubblici, l’impossibilità di poter interagire è una forma di censura. Ha deciso di tenere chiusa la porta per evitare di continuare ad avere confronti con me». A proposito, invece, della sua vocazione: «Volevo essere felice, ma non riuscivo fino in fondo: non mi sentivo amato. Poi, con l’aiuto di don Pietro, durante una confessione, ho capito cosa mancava. Mentre parlavo delle ferite e del sentirmi inadeguato, ho sentito l’amore entrare dentro di me: era Dio. Sono tornato a casa che ero un’altra persona», racconta al Corriere della Sera a proposito della sua vocazione.
DON RAVAGNANI “PARLO DI DIO SUI SOCIAL E…”
Prima della vocazione con la fede si prese una cotta per una ragazza: «Ma solo la scoperta di un nuovo orizzonte mi ha reso davvero contento. E alla fine, mi sono scoperto più innamorato dei miei compagni innamorati». Quindi, don Alberto Ravagnani ha cominciato a pregare, anche se non sapeva come si facesse. «Non sapevo niente di Gesù e le sue parole di uomo, senza formalismi, mi hanno affascinato. Pregavo di nascosto, anche da mio fratello Pietro, più piccolo». Al Corriere della Sera spiega anche come sia stato difficile comunicare la sua vocazione alla famiglia: «All’inizio hanno preso malissimo la decisione: papà si è arrabbiato, mamma è scoppiata a piangere. Pensavano fosse una scelta folle, e che non sarei stato felice». Ma la pandemia ha stravolto la sua vita, come quella di tutti. «Prima della quarantena ero un “normale” prete d’oratorio, poi ho pensato che avrei dovuto inventarmi qualcosa per restare vicino ai ragazzi». Così ha realizzato un video su YouTube che è diventato virale. Così ha cominciato a girare un filmato al giorno. «Ho raggiunto migliaia di persone e capito che i social sono uno strumento utile per fare quello di cui mi occupo tutti i giorni: parlare di Dio». Quei video sono diventati un’occasione di incontro per parlare in scuole e parrocchie.
“MANCA EDUCAZIONE ALLA VITA SPIRITUALE”
Visto che è molto a contatto con i giovani, don Alberto Ravagnani sa di cosa hanno bisogno. «Nella Chiesa spesso vedono un’istituzione incoerente che dice solo dei “no”, ma se scavo sento il loro bisogno di sentirsi amati. L’oratorio gioca un ruolo fondamentale: qui chi entra viene riconosciuto e accolto come singolo». Resta comunque difficile per un giovane avvicinarsi alla Chiesa. «Manca l’educazione alla vita spirituale: la crisi di fede che arriva in adolescenza non è mai accompagnata. Inevitabilmente cambia il modo di approcciarsi a Dio, da adulti». Ma per il giovane prete la messa può giocare un ruolo decisivo. «Tanti smettono di andarci perché si sentono inadeguati e la vedono, forse in modo infantile, come “qualcosa da fare”. Non si tratta di compiacere un padrone, i nostri peccati non sono uno scandalo, ma un momento di incontro con Dio». A proposito della castità prematrimoniale di cui ha parlato recentemente Papa Francesco, don Alberto Ravagnani al Corriere precisa: «Ha parlato di castità e non di astinenza sessuale, come tanti hanno scritto. Ha proposto un percorso catecumenale per il matrimonio perché non ci si prepara alle nozze con una manciata di incontri, servono strumenti adeguati e riferimenti competenti. (..) La castità non è legata solo a sessualità, ma ai rapporti che costruiamo: è saper bilanciare ragione e passioni». Infine, una battuta sulla sua fede calcistica: «Sono milanista, credente ma non praticante».