Paul Haggis era arrivato in Puglia per un festival cinematografico con altre star di Hollywood, poi la tremenda accusa: violenza sessuale. A denunciarlo una ragazza inglese che lo aveva raggiunto per trascorrere insieme qualche giorno. Il regista premio Oscar è stato arrestato, salvo poi essere scarcerato dopo l’interrogatorio della donna nell’incidente probatorio e l’istanza del suo avvocato. «Io sono innocente», ribadisce Haggis. Per gli inquirenti è una vicenda che ruota attorno al concetto di consenso. A tal proposito, l’avvocato Laforgia spiega a Repubblica: «Nessuna lesione, nessun segno di violenza, nessuna manifestazione di dissenso, né in privato né in pubblico: mister Haggis è assolutamente innocente». Ma la vicenda non si chiude con la scarcerazione: la vicenda verrà chiarita in tribunale.
«Il mio primo errore è stato permettere a qualcuno che conoscevo appena di venire a trovarmi. È stata una stupidaggine», spiega il regista nell’intervista a Repubblica. Il secondo errore, invece, si è verificato l’ultima mattina: «È accaduta una cosa che ho trovato particolarmente spiacevole e ho deciso di troncare questa situazione. Ho portato quella donna all’aeroporto alcune ore prima del suo volo». La donna proprio alla polizia aeroportuale ha raccontato di essere stata stuprata da Paul Haggis. «Non riesco ancora a capire cosa abbia portato a queste accuse false contro di me», ribatte lui.
“ACCUSATRICE? TUTT’ALTRO CHE FRAGILE…”
Paul Haggis preferisce non parlare della donna che lo ha accusato, inoltre l’indagine è ancora in corso. «Posso solo dire che sono d’accordo con le conclusioni alle quali è arrivata la giudice Gilli sulla versione della mia accusatrice», afferma il regista. Nell’intervista a Repubblica spiega che non trova alcun motivo plausibile per il quale «una persona sinceramente interessata a una relazione non usi il suo vero nome». Inoltre, durante l’incidente probatorio è sembrata al regista molto preparata: «Come se avesse fatto le prove. Tutt’altro che fragile o soggiogata, come ha affermato». Anche se si è sentito tutelato dalla giustizia italiana, Paul Haggis ha delle perplessità, ad esempio riguardo il fatto che un processo possa iniziare anche quando l’accusa non ha prove certe. «Mi sembra strano e ingiusto che persone innocenti possano essere processate per anni. La reputazione di una persona si costruisce in una vita, ma può essere distrutta in un minuto, anche da un’accusa del tutto infondata come questa». Quando gli viene chiesto se abbia problemi con le donne perché anche in America è stato accusato di reati a sfondo sessuale, il premio Oscar smentisce categoricamente. «Negli Stati Uniti nessuna donna mi ha denunciato, sono stato io a rivolgermi alla Procura. Mi sono stati invece chiesti nove milioni di dollari in cambio del silenzio su un rapporto consensuale di una notte, avvenuto cinque anni prima».
LA TEORIA DEL COMPLOTTO SU SCIENTOLOGY
Paul Haggis affronta anche il delicato tema del suo rapporto difficile con Scientology. «Lentamente sono arrivato a capire che Scientology era, in effetti, profondamente corrotta. Forse avrei dovuto capirlo molto prima, ma di certo non potevo più difenderla né farne parte», afferma per spiegare sinteticamente le ragioni della sua uscita. La sua esperienza, finita in un documentario che ha sconvolto gli Stati Uniti e poi in un’intervista al New Yorker, lo porta a non escludere una correlazione con la vicenda che lo vede suo malgrado protagonista in Italia: «Non ho prove, ma da quello che ho imparato da Scientology, so che sono capaci di qualsiasi cosa. Se parli contro di loro, useranno qualsiasi mezzo per distruggere la tua reputazione, la tua carriera e la tua famiglia». Tra l’altro, questa vicenda sta avendo ripercussioni anche a livello lavorativo: «Ho atteso cinque anni per riabilitare il mio nome nella causa civile. Di recente, finalmente, ero riuscito ad ottenere due lavori come sceneggiatore. Quando sono stato arrestato in Italia, li ho persi entrambi».