Dopo aver annunciato con grande fierezza di coltivare e consumare cannabis, Mattia Santori ha dovuto fare i conti con le critiche del suo sindaco Lepore e del governatore Bonaccini. Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, il leader delle Sardine ha ammesso che il primo cittadino di Bologna ha ragione: “Le leggi si rispettano anche quando sono sbagliate. Ma il Pd spesso si incarta su questi temi. Stanno sostenendo il ddl Magi in Parlamento e, quindi, in quella sede stanno dicendo che Santori non dovrebbe essere penalizzato: c’è un dibattito nel partito che non si è mai svolto”.
Mattia Santori ha poi evidenziato di essere felice in caso di denuncia. Il ragionamento è semplice: “Denunciando me denunciano un sistema ingiusto. Sarò ben contento se il mio gesto servirà a smascherare questa ipocrisia. Porterò la mia storia giudiziaria sul tavolo dei decisori politici mentre si discute il disegno di legge in Parlamento”.
Santori: “Mi faccio canne da quando ho 18 anni”
Per Santori sono tempi maturi per parlare di cannabis, l’obiettivo deve essere quello di ribaltare il puritanesimo e di porsi allo stesso livello di chi si rappresenta. Nel corso del dialogo con il Corriere, il leader delle Sardine ha ammesso di aver iniziato a farsi le canne alla fine delle superiori, all’età di 18 anni. “Ho iniziato a coltivare per gioco e poi invece mi ha permesso di non comprare più sul mercato nero”, ha spiegato il 35enne: “Piuttosto non fumavo. E’ la dimostrazione che non è dipendenza”. Per avvalorare la sua tesi, Santori ha citato il caso dell’alcol: “Chi beve vino in misura moderata è responsabile; chi va al discount alle 7 di mattina a comprare alcol come ‘benzina’ è problematico”. Secondo la sardina, dunque, chi si fa una canna ogni tanto per rilassarsi è nella norma, mentre chi fuma tutto il giorno è problematico: “Perché non togliere risorse al mercato nero per darle allo Stato, ai Comuni, alle Regioni per intervenire nel secondo caso?”.