Dopo l’emorragia cerebrale provocata da aneurisma, Stefano Tacconi sta meglio. L’ex portiere, per settimane in bilico tra la vita e la morte, ora è in fase di guarigione. Ricoverato d’urgenza prima ad Asti e poi ad Alessandria, nel cui reparto di Neurochirurgia era stato operato, il 14 maggio è stato trasferito nel centro specializzato Borsalino di Alessandria, dove sta svolgendo la riabilitazione. Raggiunto da La Stampa, racconta: “Ho vinto tutto nella mia carriera, ma questa è la coppa più importante. Non ricordo quasi niente. Ho capito che sono stato tanto male, ma ora va molto meglio. Dai, dai, fatemi alzare. Voglio uscire dall’ospedale e tornare a casa presto”.
L’ex portiere azzurro e bianconero sta tornando alle vecchie abitudini: la mattina i giornali, poi le parole crociate. E ovviamente non manca il calcio e soprattutto la sua Juve, che segue sempre con molta passione, anche a campionato fermo. Il mercato, infatti, corre veloce e Tacconi vuole essere informato. L’ex portiere non le ha mandate a dire neppure questa volta: “Alla Juve è tornato Pogba, un gran giocatore. Meno male che Dybala è andato via”.
“È arrivato in condizioni disperate”
Laura, la moglie, sempre al suo fianco anche in questo percorso, ha raccontato a La Stampa: “Stefano ha avuto la reazione di un giovane, è di nuovo reattivo e, come dicono i medici, si vede che ha fatto sport nella vita. È un leone ferito in gabbia, ma è tornato lui con la sua grinta, la sua tenacia e, negli ultimi giorni, persino la solita voglia di scherzare. Con noi poi… se qualcosa non gli va bene si arrabbia pure, come sempre. Ha una forza di volontà incredibile e questo lo sta aiutando tantissimo, non l’ho visto un giorno depresso e non ha mai pianto. Non vederlo più intubato è stato bellissimo. Un giorno ha chiesto un foglio, una penna e ha disegnato un cuore con le nostre iniziali”.
Il direttore della Neurochirurgia dell’ospedale di Alessandria, Andrea Barbanera, che ha operato Tacconi, ha spiegato quanto l’ex portiere abbia fatto importantissimi passi avanti in questi mesi. A La Stampa, ha dichiarato: “I progressi che sta facendo sono sorprendenti, ma bisogna procedere a gradi e non avere fretta. Se tutto va bene, a fine agosto potrà essere dimesso e proseguire la riabilitazione a casa. Ricordiamoci sempre che il 23 aprile è arrivato all’ospedale di Alessandria in condizioni disperate e non aggiungo altro. Se si fosse sentito male di notte anziché al mattino, non saremmo qui a parlare. Ora, piano piano, inizia a camminare e, con la logopedista, sta andando benissimo anche per l’alimentazione: a fine aprile ci avremmo messo tutti dieci firme a vederlo così”.